Marco Paganini, 30 anni fa la sua scomparsa. Il documentario-ricordo del Golden Boy dell’ippica italiana

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Sono passati trent’anni esatti, ma gli ippici non dimenticano. Il 29 agosto 1990, dopo quattro giorni di agonia (era caduto a Grosseto il 25), moriva Marco Paganini, uno dei fantini più talentuosi apparsi in Italia negli ultimi quarant’anni.

Il nostro Paese è sempre stato, storicamente, una fucina di grandi jockey e questa realtà la constatiamo quotidianamente in tutta Europa. Marco Paganini, di poco più anziano di Lanfranco Dettori, è stato, nel suo mestiere, una giovane e fulgida stella.

Aveva tutte le doti naturali del grande cavaliere, aveva già dimostrato il suo valore a livello di gran premi, era la prima monta della Cieffedi. Chissà cosa sarebbe potuto diventare. Muore giovane chi è caro agli dèi dicevano gli antichi greci, ma non è una consolazione. Il tempo trascorso, inevitabilmente, ha attenuato lo strazio per quella immatura e tragica fine. Resta il rimpianto. Caro Marco, ti ricordiamo sempre, con il tuo sorriso, la tua voglia di vincere, la tua bravura.

In sella a Massimina, il giovane fantino era impegnato nel Premio Mulina, un ascendente in pista circolare sulla distanza di mille metri. A 300 metri dal traguardo Paganini ha cercato un varco alla corda ma ha urtato un altro purosangue, Miami, ed ha perso l’ equilibrio, cadendo sulla pista. A quel punto il fantino si è rialzato ma è stato violentemente colpito alla testa da uno zoccolo di Lady Elisa e successivamente travolto da un altro cavallo, La Sabatina, che sopraggiungeva. Immediatamente trasportato all’ ospedale senese il fantino fu sottoposto ad un delicatissimo e disperato intervento chirurgico al cervello nel tentativo di rimuovere l’ematoma. Le sue condizioni erano disperate: encefalogramma piatto e infarto cerebrale. Da subito si era capito che aveva pochissime possibilità di farcela, e dopo 3 giorni, la prematura dipartita a 25 anni. Nato a Siena, Paganini ha cominciato a montare in Toscana dall’allenatore Antonio Colella e subito dopo si è trasferito all’ ippodromo romano delle Capannelle dove è diventato il primo fantino della Cieffedi, la più prestigiosa scuderia italiana. Paganini non era un fantino come gli altri: gli appassionati di ippica lo vedevano sfrecciare verso il palo d’arrivo con una disinvoltura. Nel suo palmares vantava oltre mille vittorie, tre titoli italiani (dall’ 86 all’ 88), un secondo posto nel Derby dell’ 85 (in sella a Reco, per i colori della Dormello Olgiata) e un gran numero di affermazioni nelle più importanti classiche italiane

Era nato a Siena nel 1965 e a soli 21 anni Paganini vinse alle Capannelle un incredibile Premio Presidente della Repubblica in sella a Malevic. Fu l’inizio dell’ascesa del fantino senese che prese il posto del mostro Gianfranco Dettori nella gloriosa scuderia Cieffedi. Quattro anni dopo, nel 1990, la tragedia all’ippodromo di Grosseto.

Continuando a leggere fino in fondo riproponiamo un video pubblicato nel 2015 du Youtube per onorarne la memoria, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua morte, datato 5 anni.

Prodotto da Il bello e il cattivo tempo, un progetto di Marco Vincis, regia di Carolina Ielardi voce narrante Roberto Ciufoli.

Raccontato da Fabio Brogi, Gianni Colella, Lucio Ficuciello, Bartolo Jovine, Laura Moretti, Ovidio Pessi, Luigi Polito, Giorgio Pucciatti, Ivo Ronci, Mario Vincis. Ricordo finale di Franco Raimondi. Immagini di repertorio Archivio Fotografico Garofalo.