Post Derby: Giampaolo Minnucci risponde alle critiche

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Con una lettera, Giampaolo Minnucci ha risposto alle critiche per la condotta tattica attuata in occasione del Derby Italiano del Trotto.

“Si è molto parlato in questi giorni della mia condotta di guida nel Derby e delle esternazioni del Team Gocciadoro e del Propietario Sig Guglielmo Miccichè in merito e vorrei offrire a lei ed ai suoi lettori, il mio punto di vista.Sono partito “a tutta”, visto e risaputo il modo di correre del mio cavallo,per prender posizione e giocarmi le mie chances; ho creduto che Bubble Effe mandasse, sapendo che, per le caratteristiche del cavallo, lo avrei rimandato,Quando ho compreso, a malincuore, che il nostro Derby era finito ho preso in mano, anche perché in quel momento Santino (Mollo), di forza, è uscito dalla corda e Gocciadoro ha preso la seconda pariglia. Sono convinto di non avere sbagliato e ancor mi chiedo perché il collega svedese non mi abbia mandato…in sintesi non ho pregiudicato nessuno!Ciò posto mi si permetta una riflessione: nella mia carriera ho vinto tutto (in verità ho vinto tre volte le corse più importanti tra cui proprio il Derby); ho guidato in tutto il mondo e incantato le platee d’Europa e d’America; anche attraverso tutto questo, e imparando i regolamenti nazionali ed internazionli, ho appreso un insegnamento che per me è oggi, come sempre, di grande importanza: grandi fortune, grandi onori, danno origine a grandi responsabilità che, a loro volta, generano affetto e rispetto. La responsabilità di un guidatore è quella di fare l’interesse della “giubba”, del proprietario, anche se talvolta impopolare.Nel caso specifico ho guidato Boltiguer in modo oculato, nell’esclusivo interesse del mio amico sig. Riccardi e degli altri soci, non certo per nuocere a Bubble effe o ai suoi interessi.Non ho favorito, con le mie mosse in corsa, alcuno, così come alcuno, men che meno lui, ho inteso danneggiare.Se questa condotta di guida non piace al Team , io posso fare solo una cosa: non guidare più per loro.Perché se accettassi la sudditanza che, mi si suggerisce quale atteggiamento psicologico da tenere quando scende in campo lui e la sua flotta, allora non sarei più me stesso, non sarei più Giampaolo Minnucci, con tutta la dignità personale e professionale e la responsabilità, che questo per me, ogni giorno, comporta”.