Con la sentenza della Commissione di Disciplina di I Istanza si conclude il terzo atto della vicenda del Derby di Tuscan Gaze. Il primo (scoperto solo dopo la corsa) è stato caratterizzato dalla vicenda dell’iscrizione del cavallo; il secondo è stato tutto dedicato alla corsa, mentre quest’ultimo è stato vissuto, dopo tre mesi, nell’attesa dell’esito del ricorso presentato agli organi di disciplina del Mipaaf. La rappresentazione non è però certamente finita, perché dal team legale della Mag Corse è già stato preannunciata la richiesta di appello con “sospensiva” dell’esecuzione della sentenza di primo grado e il tutto potrebbe finire poi al Tar. Il film del Derby 2020 potrebbe quindi proseguire ancora a lungo ed essere caratterizzato da uno “scontro” legale del quale è difficile prevedere lesito, soprattutto se si passerà dalla giustizia sportiva a quella ordinaria. Ci sono infatti un paio di punti della sentenza che lasciano aperte strade tutte da esplorare. Il primo, e il più evidente, è la risposta dei giudici sportivi che nella ricerca di “chi ha sbagliato” indicano piuttosto chiaramente la buona fede (legittimo affidamento) della Mag Corse (non sufficiente ad evitare il distanziamento) affermando che la Mag stessa ha la possibilità di “agire nelle opportune sedi nei confronti dei soggetti che dovessero essere ritenuti responsabili del predetto legittimo affidamento. “Questo perché la Commissione ha reputato non valida liscrizione “normale” e valida quella supplementare, per la quale però non è stato pagato l’importo di 60.400 euro previsti. Chi sono i soggetti eventualmente responsabili”?
L’articolo completo lo potete trovare nell’edizione di Trotto&Turf di sabato 17 ottobre.
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