I costi sono il vero limite

Ippodromo Torino
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Il nodo delle piste visto dal sulky, da Enrico Bellei, che sui tracciati da corsa di tutta Italia ci ha vissuto per anni e che continua a frequentarli giorno dopo giorno. Si tratta di un aspetto decisamente complesso, perché coinvolge due aspetti per i quali le esigenze sono del tutto differenti come l’allenamento e la corsa, e che presenta una lunga, anzi lunghissima serie di variabili. Certo, se le risorse a disposizione fossero praticamente illimitate, sarebbe facile risolvere qualsiasi problema, ma siccome i soldi scarseggiano diventa decisamente difficile accontentare tutto e tutti. C’è poi un aspetto che non può essere mai risolto, quello delle diverse, a volte diversissime, aspettative dei trainer riguardo al tracciato. Il giudizio diventa infatti qualche volta personale, visto che in più di un’occasione abbiamo ascoltato pareri differenti nella stessa giornata sullo stesso tracciato. Quello che traspare dalle parole di Bellei è l’evoluzione delle tecniche di allenamento e della struttura dei cavalli, due fattori che nel corso degli ultimi 40 anni hanno modificato radicalmente il quadro. E di conseguenza creato nuove esigenze, soprattutto per quanto riguarda il training. La presenza di una pista dritta, magari con il cosiddetto sabbione e in salita è da considerarsi un plus quasi fondamentale nel quadro di un centro di allenamento che possa/voglia offrire una struttura adeguata ai tempi. Appare altrettanto chiaro che l’eventuale utilizzo della pista da corsa potrebbe essere limitato ai lavori svelti, pochi ormai, che servono a rifinire la condizione costruita attraverso l’allenamento che segue la logica adagio e con carico. Una separazione di ruoli che consentirebbe forse anche una manutenzione diversa dei tracciati.