Finale di stagione senza la gente

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L’ippica senza il pubblico perde tanto. L’ippica non esisterebbe senza il pubblico. Non c’era neanche il Linuccio, che se non ci fossero i piani tariffari tutto compreso dei telefonini, in questa due giorni avrebbe consumato dieci ricariche per rimanere a contatto con gli amici di San Siro. Dopo 45 anni lui, come tutti gli altri, ha dovuto assistere da lontano al Chiusura. Non poteva esserci, così come tutti gli altri, a causa del maledetto Covid. Ha dovuto rinunciare a quello che per tutti gli aficionados del galoppo era un rendez-vous imperdibile. L’ultima occasione dell’anno per essere alle corse e respirare l’aria umida dell’autunno. L’ultimo pomeriggio da passare con gli amici in attesa di ritrovarsi poi poco dopo metà marzo, quando andrà in scena la tradizionale riapertura. Essere a San Siro era una tradizione. Per tutti. Per i proprietari e per gli appassionati. Una delle tante cancellate in questo anno pazzesco. Eravamo in pochi, perché il privilegio di salutare San Siro prima dell’inverno era riservato, come da protocollo Mipaaf, agli allenatori, ai fantini e ai proprietari che avevano cavalli in corsa. E a noi giornalisti, chiamati a raccontare quello che accadeva in pista, ma anche quella strana sensazione che si può provare vivendo due pomeriggi in un ippodromo come San Siro galoppo deserto e nel silenzio. Pochi, pochissimi. Perché non tutti quelli che avrebbero potuto esserci sono arrivati. Un po’ per paura, un po’ forse per non vivere le corse nel deserto. “Passare un pomeriggio con gli amici parlando di cavalli e non solo era il mio principale divertimento. Adesso è sparito tutto. Ma non avrei rinunciato certo a questa due giorni” diceva un famoso proprietario milanese fotografando in maniera nitida la situazione prima di salutare, di darsi l’arrivederci a primavera. Perché per tutti quelli che erano a San Siro e anche per quelli che non c’erano l’appuntamento è già fissato. Per la riapertura intorno a San Giuseppe. Per le corse al galoppo, come è sempre stato.