GP Nazioni: corsa di prestigio internazionale

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Meno “sconvolgente”, ma altrettanto “strano”, l’appuntamento con il Gran Premio delle Nazioni il 7 dicembre. È vero che il calendario milanese è stato decisamente instabile negli ultimi anni e che La Maura non è certo San Siro, ma preferiamo ricordare il giorno di Sant’Ambrogio come quello dedicato all’Inverno, quella sfida intergenerazionale a resa di metri (come il Prix de Séléction di Vincennes) che oggi, con lo sviluppo dei moderno trottatori non ha probabilmente più un senso tecnico. Il Nazioni era e rimane, insieme al Lotteria, la corsa più prestigiosa in Italia. Lo è in quanto sfida internazionale, lo è perché praticamente tutti i grandi campioni sono passati sul traguardo (di San Siro), ritagliandosi un pezzo di gloria a livello mondiale. Già, perché il Nazioni ha sempre fatto parte di quel ristretto gruppo di appuntamenti che rappresentavano per chi riusciva a vincere un biglietto da visita da mostrare per tutto il resto della vita, quella consacrazione a Campione che solo una grande corsa senza confini può dare a un cavallo. La storia del Nazioni è piena di eroi, di stelle italiane o straniere che arrivavano a Milano per un alloro che valeva. E la gente di San Siro, appassionata e competente come poche al mondo, lo sapeva: tifava, ammirava e applaudiva le grandi stelle. Edizioni indimenticabili, vissute in una tribuna nella quale non sarebbe caduto uno spillo. Seguite da discussioni interminabili sulla effettiva consistenza dei protagonisti, con il confronto con i grandi del passato, proprio come accade in tutti gli altri sport. Ed emozioni forti, come quelle che abbiamo potuto vivere nel clamoroso ultimo giro nel quale Ideal du Gazeau, Jorky e Gator Bowl si sono staccati in lotta uno accanto all’altro, in un confronto a guardia abbassata il cui ricordo fa ancora oggi fa venire i brividi a chi lo ha potuto vivere dagli spalti dell’ippodromo. Imprese importanti, sfide all’apparenza impossibili come quelle che i giovani hanno portato agli anziani. Sono pochi i 4 anni italiani ad aver vinto il Nazioni e sono indimenticabili: Tornese, Top Hanover, poi Indro Park e Varenne. I primi due sono lontani nella storia, ma prima Indro e poi il Capitano hanno lasciato un segno indelebile vincendo a Milano, trovando in quella vittoria un posto importante nella storia dell’ippica. Lunedì a Milano ancora una volta scenderanno in pista dei 4 anni per sfidare gli anziani. Axl Rose e Alrajah One non sono paragonabili ai mostri sacri Indro Park e Varenne, ma ricordiamo per esempio anche Majer Art, secondo sul traguardo, e un piazzamento per loro equivarrebbe comunque a un pass importante per il prosieguo della loro carriera. Anche perché va applaudito comunque il coraggio di affrontare una sfida così impegnativa, perché il Nazioni 2020 è comunque una grande corsa. Lo è perché in pista ci sono due protagonisti al top assoluto come Zacon Gio e Vivid Wise As, ma anche e soprattutto perché è il Gran Premio delle Nazioni.