In questi tempi bui si parla tanto di vaccini. Anche per l’ippica ce ne sarebbe bisogno di uno, polivalente, da distribuire in damigiane, più che in fiale. Perché i mali del settore sono tanti e grossi. E poi cominciano a diventare cronici. Allora ci vorrebbe un antidoto contro la troppa burocrazia, la riduzione dei montepremi, l’impoverimento e il degrado degli ippodromi, le storture del calendario delle corse, i politici che da anni a tutto pensano tranne che a un settore che dà lavoro a migliaia di persone ed è stato per decenni una delle eccellenze italiane. Per trovarlo, questo vaccino, non c’è bisogno di perdersi tra alambicchi e microscopi, basterebbe ascoltare gli allevatori, i proprietari, gli allenatori, i fantini, i driver, i gestori degli ippodromi e poi fare una sintesi di buon senso. Nel bugiardino ci sarebbe scritto: somministrare in fretta. Buon 2021.