Anact: Il Presidente La Porta saluta Frate Danilo

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Caro Danilo, non mi va di commemorarti con un elogio funebre, un necrologio, un ricordo formale, no…mi va di scriverti, certo che potrai leggermi. Non è antica la nostra conoscenza ma certamente intensa. Un’assolata mattina d’estate, dal nostro amico Sergio, sovrastanti dalla basilica del Santo. Ci eravamo sentiti soltanto al telefono ed ero ansioso di conoscerti. Incrociai i tuoi occhi profondi e carichi di sentimenti, ti abbracciai istintivamente e, da agnostico, avvertii immediatamente la tua forza. Sopraffatto dall’emozione intensa che la spiritualità del luogo e la tua presenza mi infusero, mi sciolsi in lacrime liberatorie, confessandoti di non avere il dono della fede, di non farcela a credere. Tenendomi per mano mi dicesti che nemmeno tu credevi all’inferno dell’al di là…mi dicesti che l’inferno è nel cuore dei vili, dei disonesti, di chi vive mentendo anche a se stesso, di chi è sleale, di chi non ama il prossimo suo come se stesso. Quelle parole sono scolpite nel mio cuore e le fermasti segnandomi con le dita la croce sulla fronte. Amico mio da poco e di sempre, le porto con me, quotidianamente e ne ho fatto tesoro, sperando che da esse possa germogliare il bene che il tuo sguardo seppe subito trasmettermi e che oggi, anche senza poterti più vedere, mi aiuta a vivere meglio segnandomi la direzione, orientando le mie azioni quotidiane. Grazie, Danilo! Grazie per avermi sorriso quel giorno; grazie per avermi abbracciato; grazie per avermi accolto. Resti con me! Anche adesso che non potrò mai più incrociare i tuoi occhi, vivi nelle mie azioni che nelle tue parole continueranno a trovare una retta direzione.

Ubaldo La Porta