Manzato, il Milanese

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Milanese, 60 anni, tifosissimo del Milan, (non a caso la sua giubba ha il rosso e il nero) ma freddo come pochi in pista. Stefano Manzato è uno dei gentlemen lombardi più conosciuti, non solo per la sua abilità in sulky, ma anche per essere stato il proprietario, assieme ai soci storici, i fratelli Tomalino, di un campione come Topkapi As, cavallo classico, vincitore di Gran Premi in serie, con ben oltre un miliardo delle vecchie lire nel portafoglio. Eppure in questo caso è nato prima il gentlemen del proprietario. “Si, perché io ho cominciato a frequentare l’ippodromo all’età di 15/16 anni. Venivo via dalla partita del Milan e mi tuffavo subito nel vecchio trotter di San Siro: già allora, quando ero a bordo pista, ho capito che non mi sarei accontentato di vederli da fuori i cavalli”.

Poi è arrivato Topkapi As: “Come tutte le cose è stato un acquisto abbastanza fortunato e casuale. Io avevo comprato per 20 milioni delle vecchie lire la metà di Norfolk Park dai fratelli Tomalino, si avvicinavano le aste e loro mi dissero che invece di dar loro i soldi, avremmo scelto un puledro da comprare assieme alle aste, ovviamente con il tetto di spesa fissato a 40 milioni. Ne segnammo diversi, tra cui anche Tespi Lb ad esempio, ma quando andavo ad alzare il braccio il prezzo inevitabilmente saliva e dovevamo lasciar perdere. Il primo che si fermò all’interno del nostro budget fu proprio Topkapi, che prendemmo per 38 milioni. Il resto è storia. Devo dire che all’inizio sono stato anche abbastanza fortunato nelle scelte. Mentre era ancora in paddock avevo acquistato Perginal, un altro cavallo che ha fatto molto bene”.

È chiaro che da li si poteva solo peggiorare”. Non hai avuto solo campioni però: “Scherzi, tantissimi routinier, con alcuni dei quali mi sono tolto belle soddisfazioni. Ricordo ad esempio Scellino Ob, che presi a reclamare credo a 4000 euro o giù di li. Feci 11 corse: 10 vittorie e un secondo posto. Mica male”.