Reggiani, mai dire mai

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Qualsiasi età è giusta per cominciare a divertirsi in pista, non c’è una legge scritta. Graziano Reggiani è l’emblema di questo assioma. Bolognese di nascita, torinese d’adozione, francese di aspirazione ippica. I cavalli li ha respirati sin da bambino, visto che è nato e ha mosso i primi passi a piazza dell’Unità a Bologna, proprio di fronte all’Arcoveggio… “Inutile dire che fin da piccolo, appena possibile, andavo all’ippodromo. All’epoca il mio compagno di… cavalli era Sergio Corona, che oggi svolge la propria attività negli Stati Uniti. Quando avevo 19 anni mi era quasi venuta l’idea di provare a fare qualcosa di più dal punto di vista lavorativo in questo ambiente. Certo, erano altri tempi e l’ippica marciava con un altro passo. Andavo spesso a far prove in pista; frequentavo il cavalier Boschi, ma poi non se ne fece niente.

La vita professionale lo ha visto occuparsi d’altro: imprenditore nel settore della cosmetica, si è trasferito nel 2003 a Torino, ma lo spirito dell’ippico era li, latente… pronto a riemergere. “È vero, ho conosciuto Franco Ferrero e in qualche modo sono riuscito finalmente a riavvicinarmi ai cavalli. A quel punto, dal momento che anche sul piano economico me lo potevo permettere, ho iniziato a comprare prima uno poi qualche altro cavallo e allora ecco che ho potuto prendere la licenza. Ho fatto il corso nel 2012 e debuttato nel 2013 a 56 anni”.

Ma perché così tardi se in fondo l’aspirazione c’è sempre stata? “Un po’ per gli impegni lavorativi, un po’ perché essendo un hobby dovevo avere il tempo da dedicarvi e soprattutto non volevo che mi pesasse sul piano economico: tutti gli hobby costano. L’importante è non superare i limiti e soprattutto, nel caso dell’ippica, non pensare che ci si possa guadagnare. Lo scorso anno i miei tre cavalli (Troy Holz, Tacabanda Fi e Demon Bar, ndr) si sono abbondantemente spesati anche per merito della famiglia Demuru che li gestisce al meglio.

Forse è stata un’annata particolarmente fortunata, ma per me è come aver vinto visto che ero disposto anche a rimetterci qualcosa”. La tua scuderia non si ferma però a quei tre cavalli… “Quando ho fatto il corso gentlemen ho conosciuto Vittorio Bosia ed è nata una bella amicizia. Lui è più navigato di me nell’ambiente ippico e mi ha dato anche una grossa mano nel non fare scelte sbagliate, cosa che spesso può accadere quando ci si tuffa in questo settore in preda all’entusiasmo. Ancora oggi, quando devo fare qualcosa di “Ippico”, chiedo sempre prima consiglio a lui. Siamo soci in alcuni cavalli, tra cui una sorella di Showmar con la lettera C, insomma è un po’ il mio punto di riferimento”.