Manfredimania

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Abbinare la propria passione a un’attività lavorativa, a vario titolo è probabilmente il sogno di ognuno di noi, non sempre ci si riesce, ma se si realizza una faccenda del genere allora tutto pesa meno anche fare più corse contemporaneamente. È il caso di Alessandro Manfredi, lombardo di Varese poco più che 45enne. Una società di software con un amico come prima occupazione, ma anche il ruolo di “racing manager” per qualche buona scuderia di trotto e la vocazione alla guida… “Soprattutto quella, visto che il primo cavallo l’ho attaccato oltre trent’anni fa. Pensa che lo ricordo ancora… Lo devo a Enzo Scalella che mi portò fuori con un ghig a due posti e da lì è scoppiato tutto. Ho cominciato ad andare con regolarità a Divignano e poi anche all’ippodromo». Per certi versi quella è stata la naturale conclusione di un approccio iniziato ancora qualche anno prima. “Mio padre Ferdinando è stato colui che ovviamente mi ha fatto varcare per la prima volta le porte di un ippodromo, probabilmente a 8/9 anni. Lui è stato un piccolo proprietario, uno scommettitore, ha collaborato con alcuni allibratori quando c’erano i picchetti “veri” e ha anche iniziato a collaborare con qualche scuderia per i partenti”. Insomma… impara l’arte e sviluppala! «Si, ma non subito. Prima ho pensato a guidare. Tra il 2005 e il 2007 ho fatto più o meno una dozzina di corse nel circuito degli Universitari. Fortuna (o sfortuna chissà) ha voluto che vincessi subito con Degas a Torino. Poi però mi sono fermato, perché cercare i cavalli, andare molto in giro in quel momento non faceva per me e nel 2013 ho preso la licenza gentlemen”.

Oggi collabori anche con alcune scuderie importanti. “Seguo i partenti per Mauro Baroncini, collaboro un po’ con Tiberio Cecere e qualche altra scuderia minore. Do uno sguardo al programma francese anche per Alessandro Gocciadoro e poi devo seguire i miei cavalli. Direttamente ne ho quattro da Matteo Restelli ad Appiano Gentile, (l’altra sera ha vinto Berlino a Cesena, ndr) ma poi ho diverse società con degli amici. I puledri con Marco Scarton e Gianni Pino. Andremo a festeggiare proprio in queste sere la vittoria di una nostra lettera “D” (Dardo Zack, ndr). In effetti ho seguito un po’ la moda del momento e ho fatto diversi acquisti in comproprietà. È un modo per divertirsi, ridurre le spese e stare assieme a degli amici che è la cosa che conta”.