Il potere dei soldi

Binocolo puntato
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Windstormblack ha salutato l’Italia, anzi l’Europa e si appresta a volare verso Hong Kong, dove verrà raggiunto anche da Atomic Force, il favorito del Papin, la stessa corsa che avrebbe dovuto disputare l’ex pupillo di Sebastiano Guerrieri. Non poteva esserci difesa di fronte alle offerte che arrivavano, perché l’interesse suscitato dal vincitore del Primi Passi era stato davvero importante. Alla fine l’asso calato da Marco Bozzi per conto di un importante proprietario di Hong Kong, il signor Wong Leung Sau Hing che in scuderia ha il top miler Exultant, ha spazzato tutto e Wind finrà nelle scuderie di Tony Cruz per poi correre a Sha Tin e Happy Valley. Non vi sono notizie ufficiali sulla cifra che secondo le voci che circolano viene definita davvero importante, forse anche oltre mezzo milione di euro. E di fronte a offerte di questo tipo per un 2 anni è letteralmente impossibile pensare di trattenere un cavallo in Italia.

Troppa la differenza di potenzialità economiche fra gli altri sistemi e il nostro, che oltretutto fatica a valorizzare i cavalli. Il galoppo, lo abbiamo scritto mille volte, vive in un contesto globale, dove vi sono sistemi che, grazie alle scommesse, possono contare su premi assolutamente fuori dalle nostre potenzialità. E se non bastasse, il denaro è accompagnato da un’organizzazione meticolosa e da un contorno di hospitality che fa sì che il proprietario, quello che investe i suoi soldi nei cavalli da corsa, trovi anche una gratificazione nel rivestire il ruolo. Recinti riservati, ristoranti top, la possibilità di invitare in un ambiente considerato vip gli amici, oppure di utilizzare un giorno alle corse per meeting di lavoro, per relazioni. Tutti fattori importanti per avere accesso ai quali si diventa proprietari di cavalli.

I premi di Hong Kong sono altissimi, così come quelli francesi e non parliamo di quelli americani, che come ci racconta dagli Usa Paolo Romanelli, continuano a salire. E basta leggere le pagine di Equos per rendersi conto di quanto mette sul piatto un meeting come quello di Saratoga, che è iniziato giovedì. E i soldi non piovono dal cielo, ma sono il frutto di una combinazione precisa, di un sistema che ha al centro la filiera ippica con un marketing che si sviluppa in diverse direzioni. Ci sono le scommesse, ovviamente, quelle che portano la maggior parte delle risorse al comparto. Ma c’è anche lo spettacolo, quello che si rivolge al pubblico e che contribuisce a trovare gli sponsor. Infine c’è tutta la parte dedicata ai proprietari, pilastro fondamentale del sistema.