Fascino senza età

Binocolo puntato
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Un anno fa è andata in scena l’edizione più assurda della storia delle King George, con tre partenti ed Enable netta favorita. A dodici mesi di distanza, i partenti sono raddoppiati, ma soprattutto si ritorna a gustare una sfida intergenerazionale vera, di quelle che scrivono il destino di un’annata, perché fra i partenti ci sono Adayar, il vincitore del Derby di Epsom. e Lone Eagle, secondo al Curragh, chiamati alla sfida con una campionessa come Love, alla quale si aggiungono Mishriff e Broome. Dopo l’exploit di St. Mark’s Basilica nelle Eclipse e l’impressione lasciata da Hurricane Lane nel G.P. de Paris, la tappa di Ascot potrebbe essere la consacrazione per una generazione intera, che sembra ad oggi vestire panni ben diversi dalla precedente.

E questo è un fatto importante, quasi decisivo per la popolarità del galoppo, ma in generale dell’ippica, in tutto il mondo. Quando i giovani irrompono come treni nelle sfide open c’è il ricambio, c’è una crescita, si può guardare avanti, insomma, alla ricerca di campioni, magari anche di qualche cavallo epocale. È da sempre così ed è forse un segno del destino che dopo l’anno stravolto dal lockdown di primavera, nella stagione successiva vi sia un vento nuovo ed entusiasmante, quello che fa già pregustare un autunno caldo e un Arc de Triomphe tutto da scoprire e da gustare.

Bello, anzi bellissimo. Perché le corse vivono degli scontri al vertice, delle sfide che si svolgono nel presente ma che hanno radici profonde nella storia. Vivono di entusiasmo, quello che i grandi cavalli, in coppia con i loro uomini, trasmettono ogni volta che li si può vedere in pista. E, dopo le King George di oggi, già pregustiamo gli appuntamenti con Goodwood, Deauville e York. E poi ancora, dopo le Irish Champion, la strada che porta all’Arc prima e alla Breeders’ Cup poi.