Belle speranze

Binocolo puntato
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San Siro galoppo non avrebbe comunque corso in questo weekend (ed è difficile capirne il motivo…), ma l’eco del disastro della pista dell’ippodromo più importante d’Italia si fa comunque sentire, perché domani a Roma va in scena l’Eurpili, sfida per i 2 anni che avrebbe dovuto disputarsi a Milano e che, come le altre prove clou milanesi, è stata trasferita a Capannelle. La chiusura forzata di Milano è stata rilevata anche dal Corriere della Sera che nell’edizione di ieri di Milano ha raccontato quanto accaduto in un articolo a firma di Luigi Ferrarella, che ha evidenziato tutte le criticità emerse (o magari non note), paragonando lo stop delle corse a San Siro ad un ipotetico blocco dell’autodromo di Monza prima del Gran Premio per buchi nell’asfalto o a quello di San Siro (stadio) per inagibilità del manto erboso alla viglia di una partita di Champions League delle squadre milanesi. Un fatto clamoroso, comunque lo si veda…

Per l’ippica italiana la portata di quanto accaduto è esattamente quella citata da Ferrarella nell’articolo. E possiamo solo immaginare il clamore che sarebbe scaturito da un’eventuale fatto del genere che avesse coinvolto calcio o Formula1… In questo quadro lasciano abbastanza perplessi alcuni proclami trionfalistici da parte dei gestori, accompagnati da uno scarico pressoché totale di responsabilità evidenziato dal considerare quanto accaduto un evento imprevedibile e inspiegabile.. Magari è davvero così, forse non c’era nulla da fare, ma allo stesso tempo rimane qualche dubbio (lecito) sul percorso che ha costretto a fermare le corse a San Siro. E rimane anche qualche perplessità sul silenzio del Mipaaf, che è intervenuto prontamente per spostare le corse di Milano, ma che, almeno per quanto noto, non ha ancora provveduto a mettere in atto un’indagine seria e approfondita della vicenda. Indagine che sarebbe quantomeno opportuna, visto che San Siro percepisce 4milioni di euro l’anno di sovvenzione pubblica e che un mese di inattività dell’ippodromo equivale in pratica a un sesto del totale annuo.

 Da parte della Società e dei tecnici sembra esserci la speranza di una ripresa abbastanza celere dell’attività e la speranza di tutti è che questo avvenga davvero. Perché San Siro era ed è un pilastro fondamentale dell’attività ippica italiana ed è un luogo al quale chi ama il cavallo guarda con amore. Sempre e comunque.