Gioco dimenticato

Binocolo puntato
Share

C’è un aspetto dell’ippica che continua ad essere chiuso in un cassetto, quasi dimenticato sia dalla Politica che, e questo è quantomeno sorprendente, dagli ippici stessi: le scommesse. Anche il 2021 è transitato senza che nulla venisse fatto per rendere il gioco sulle corse dei cavalli competitivo con tutti gli altri prodotti che sono presenti sul mercato. Nessuna riforma, nessun adeguamento delle aliquote di prelievo, nessun restyling dell’esistente, neppure la cancellazione di quella V7 la cui presenza fa solo ridere per i pochi spiccioli (letteralmente) che vengono giocati su questa tipologia di scommessa. Il nulla, insomma… Eppure le scommesse ippiche necessitano di interventi di rianimazione urgenti, indispensabili per ridare vita a quella che era ed è ancora una delle principali fonti di finanziamento del settore. L’unica voce delle entrate che può aumentare in futuro, visto che sarà decisamente difficile che il fisso legato ai dettami della Legge Zaia di inizio 2009 possa essere incrementato. Anzi, buona grazia che c’è ancora…

C’è nell’aria il progetto di riordino complessivo dei giochi e delle scommesse, un mega provvedimento che è stato annunciato dal Sottosegretario al Mef Freni e che dovrebbe comprendere una riforma globale di tutto ciò che concerne il comparto dei giochi: concessioni, reti di vendita fisiche, online ecc.. Si tratta di un passo necessario, anche perché molto di quello che è in vigore oggi è frutto di proroghe, ma vista la portata del provvedimento ci sono alcuni interrogativi che ne accompagnano l’effettiva realizzazione. Il primo è legato ovviamente alla durata del Governo attualmente in carica, perché il possibile passaggio di Mario Draghi al Quirinale porterebbe alla nascita di un nuovo Esecutivo, nel quale non sappiamo se troveranno posto gli attuali uomini che si occupano di ippica (Battistoni) e scommesse (Freni).

E se dovessero cambiare i destinatari delle deleghe il rischio concreto è che qualsiasi processo debba ricominciare da capo… Il secondo dubbio è correlato alle affermazioni di Freni che ha annunciato di voler affrontare la riforma di concerto con gli operatori del settore. Giusto, per carità, ma fra audizioni, proposte e protesto sappiamo bene che i tempi per arrivare a una conclusione rischiamo di diventare lunghissimi, esattamente come era accaduto qualche anno fa quando l’allora incaricato della riforma, Baretta, ha iniziato e mai concluso il suo cammino verso il riordino complessivo. D’altronde gli interessi in gioco (è il caso di dirlo) sono miliardari. Per lo Stato che da giochi e scommesse ricava tanto denaro e per gli operatori che ormai sono quasi tutti filiali italiane di multinazionali del gioco. gruppi dai fatturati aggregati mondiali mostru In tutto questo quadro che tocca interessi enormi, l’ippica è una goccia nel mare con i suoi 350 milioni di raccolta nel 2021.

Un elemento secondario per la Politica, per AdM e spesso anche per gli stessi concessionari, che raggiungono i fatturati nel nostro Paese grazie a Slot, Scommesse Sportive e Virtuali, non certo con gli spiccioli scommessi sulle corse. Ma visto che questo fenomeno è tutto italiano, sono in molti a credere che l’ippica abbia ancora qualcosa da dare e da dire. Che basterebbe riequilibrare i prelievi per dare nuovo impulso, soprattutto a quella quota fissa che nell’ultimo anno ha raggiunto e superato il totalizzatore e che continua a salire. Oggi le puntate sull’ippica sono penalizzate da un prelievo che per la quota fissa è del 43% per la rete terrestre e del 47% per quella online. Roba da Bulgaria o Turchia, tanto per intenderci.