Classifiche 2021, i proprietari. Dominio Botti, ma piccole realtà crescono. Cuschieri si conferma sul podio, Dormello rilancia

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Rendiamo ora onore a coloro i quali mettono la “fresca” nel nostro settore contribuendo, dalla cima, ad oliare il sistema corse riprendendone in termini di soddisfazioni sportive e tutto sommato anche monetarie, se va bene. Vero che i pagamenti a 6 mesi mettono a dura prova chiunque, ma è pur vero che il contributo messo a disposizione dallo Stato è tutto sommato abbastanza alto, se prendiamo in considerazione il valore commerciale dei nostri. Le maiden in Inghilterra hanno un montepremi più basso, ma il valore di quelle corse fa salire a prescindere il valore commerciale dei cavalli che corrono su quelle piste.

Purtroppo è un paradosso: I nostri comprano molti cavalli all’estero su mercati diversi da quelli italiani (e si dovrebbe incentivare di più il made in Italy), ma lo fanno in aste (non le migliori in assoluto certamente) dove è presente la sovrapproduzione di Irlanda ed Inghilterra che loro considerano non di altissima qualità. Ovvio che ogni tanto gli scappi qualcosa, ma mediamente il valore dei cavalli comprati all’estero e che calcano le nostre piste, non è di altissimo livello. Sta di fatto che la ricerca all’affare, della 8 in buca, del gratta e vinci milionario, è costante e va agevolata, negli ultimi mesi sono arrivati da noi cavalli con genealogie interessanti e modelli niente male, che possono trovare in Italia la loro soddisfazione e, in caso di femmine, una zona cuscinetto di attesa, pronte a sbocciare ed essere rivendute come fattrici di pregio se poi un fratello o una sorella fa bene nel paese di origine. Come direbbe Gabriel Garcia Marquez, ognuno si uccide a modo suo. E a noi piacciono quelli che hanno scelto l’ippica come dose di soddisfazione sportiva. L’Italia in questo caso è da considerare a tutti gli effetti una Serie B dei campionati, rispetto all’Europa di Serie A composta da Francia, Inghilterra, Irlanda e Germania. Ma se il talento sboccia…..

E, infine, fino a che ci sarà un proprietario in grado di comprare un cavallo da corsa, esisterà l’ippica. Anzi, esisteranno le corse dei cavalli che sono una cosa diversa dall’ippica, ma quella da intendere negli anni d’oro del nostro settore ed ora sopita sotto una coltre di cenere che chiameremo demotivazione. Da notare che sempre più frequentemente stanno nascendo piccoli sindacati e piccoli consorzi di proprietari, che gradualmente sostituiranno i grossi proprietari i quali, altrettando gradualmente, spariranno o per limiti di età o per la ricerca di soddisfazione all’estero. Alcune lo hanno già fatto: Vedi i Roveda, Ferdinando Fratini ed il Giglio Sardo, che nel 2021 hanno vinto Parioli e altri Gran Premi come il Premio del Jockey Club, abbandonando la nave Italia che va alla deriva. Peccato, perchè l’unione farebbe la forza, anche istituzionalmente, qualora si aprisse un varco. Così si lascia spazio all’ippica più provinciale, ma con una solida base di passione e meno investimenti. O almeno, investimenti mirati.

Ma andiamo al sodo: Come è andata nel 2021 in Italia? Tra i proprietari spicca la vittoria per Stefano Botti, la giubba blu con inserti arancio, che ha concluso al primo posto nel 2021 grazie a 45 vittorie ed oltre €516,000 in somme vinte. Sotto il nome di Mastro Stefano confluiscono ed includono tutti gli affari di Alduino Botti ed altri, e dunque alle 45 citate vanno aggiunte anche le 31 registrate e €276,000 in somme vinte. In totale fanno 76 vittorie e quasi €800,000 in somme vinte. Un dominio scritto. Mark Cuschieri, proprietario maltese da anni sulla cresta dell’onda a Siracusa, è secondo nella classifica nazionale con 39 affermazioni e completa il podio la Razza Latina che sotto il suo nome fa confluire anche altri interessi di altri proprietari.

Il computo delle somme vinte fa invece emergere la scuderia Incolinx di Diego Romeo che con 28 vittorie e €376.136 in somme vinte è secondo in graduatoria. Sale anche Leonardo Ciampoli con 21 vittorie e €320,000 in somme vinte, molte delle quali grazie a Sopran Basilea che ha vinto il Lydia Tesio. Quinto in classifica il Giglio Sardo che con 13 vittorie e quasi €300,000 in somme vinte è ancora in lizza nelle posizioni alte. Dal 2022 vedremo quanti effettivi torneranno in Italia per i Gran Premi, c’è sicuramente interesse. 

NOVITA: Tra le scuderie solide ci sono sempre le solite che costituiscono una base costante, ma ci sono stati degli spunti interessanti nel 2021 che vanno sottolineati. Miglior stagione della carriera da proprietario, sotto varie insegne, per Aristide Lazzoni che quest’anno ha segnato la classifica con 21 affermazioni e 9° posto in classifica. La Scuderia San Giuliano, sarda doc che ha iniziato quasi per gioco, ha assommato 26 affermazioni con qualche sprazzo di classe del tipo Memo de L’Alguer che si piazza nel Regina Elena. Il galoppo sardo, un pò come l’Italia rispetto all’Europa, quando propone un cavallo sopra la media effettua trasferte in continente. Nel 2022 ci aspettiamo più viaggi verso Roma, Milano, Pisa. Matteo Belluscio, da 3 anni attivo, dopo le 2 vittorie del 2019 e le 5 del 2020 è salito a 9 nel 2021. Vedremo se confermerà l’impegno. Tra gli emergenti da menzionare Fabrizio Cameli, nato ippicamente nel 2021, imbattuto con Prichi, che ha comprato qualche altro effettivo affidandolo ad Endo e Cristiana, la terza forza del nostro galoppo. Coraggio!

DORMELLO: Capitolo a parte merita una scuderia che ci apre il cuore ogni volta che scende in pista. Da menzionare la stagione di transizione per la Dormello Olgiata, la più tradizionale e storica scuderia italiana, che ha messo insieme solo 8 vittorie nel 2021, in calo rispetto agli ultimi anni. Erano state 20 nel 2020 (con 31,75% di strike), 24 nel 2019, 27 nel 2018, 30 nel 2017, 34 nel 2016. Era dal 1993 che il dato non era così basso. Ma a tutto c’è una spiegazione: Nel 2021 meno corse disputate, si è puntato più sulla qualità. Sta di fatto che il binomio Franca Vittadini-Riccardo Santini sta funzionando e dopo aver rifatto le fondamenta della scuderia dal basso, ha messo le impalcature e ha rimesso in sesto, ripitturando e ristrutturando, una scuderia che veniva da un periodo negativo sotto tutti i punti di vista, ovviamente se confrontiamo con il glorioso passato. Sta di fatto che “Rome wasn’t built in day” e dopo i piccoli capolavori degli ultimi anni, con pochi cavalli, è atteso un ulteriore salto di qualità. È quello che desideriamo, ma non quello che meriteremmo come ippica. Ma lunga vita alla Dormello! 

Sicuramente avremo sorvolato su alcune belle realtà, ma pian piano si stanno facendo spazio i sindacati. Tra quelli che si stanno facendo onore c’è quello di Equos (con Agiato su tutti, vincitore in G3) e poi Circoletto Rosso, Nathan City, la Promozione Sociale di San Rossore che possiede qualche soggetto interessante e altri ancora che sicuramente stiamo dimenticando e che meriterebbero un plauso per la passione. Da questo punto di vista le isole, dunque Sicilia e Sardegna, propongono sempre qualcosa di interessante.

Dati ippica biz per le classifiche complete e dettagliate