Merano, il fantastico weekend di Aichner

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La leggenda è stata scritta, il poker consecutivo è stato servito. L’Estran e Josef Bartos, Josef Aichner e Josef Vana Jr sono l’unicum dell’albo d’oro del Gran Premio Merano Alto Adige. Or Jack e CristophePieux, i giganti, sono scalzati dal podio ella Storia, se non da quello dell’eccellenza. Perché il presente si scrive, il passato resta ed il futuro è da scrivere.
Oggi, diciamo a L’Estran ed ai suoi uomini grazie di esistere. Il cavallo, grandioso, ci dà da quattro stagioni l’emozione di una totale compenetrazione al tracciato di Maia, alle sue corse, a questa in particolare, rispetto alla quale ha tutte le caratteristiche che servono a disputarla e a vincerla alla grande: la potenza ma l’agilità e la duttilità, il fondo praticamente illimitato ed un cuore immenso per cui, quando si approda al limite dei 5000 metri, è in grado di rispondere all’attacco dei rivali con l’allungo in più che fa la differenza. E un sommo fantino in sella ed una grande squadra alle spalle. Non sappiamo se, senza Josef Bartos in sella, il quarto traguardo si sarebbe compiuto, e Big Joe ci ha dichiarato, mentre lo scortavamo al dissellaggio: . E certo, L’Estran è grande ma è forttunato ad avere in sella Bartos. Che è totalmente insieme a lui, dal primo all’ultimo metro, su ognuno dei 24 salti, nella scelta dei tempi, in quel respiro comune cavallo-uomo che del Merano ha scritto le pagine più epiche. Or Jack e Pieux furono giganti, ma la forza fin spaventosa del cavallo schiacciava la corsa. L’Estran e Bartos la conquistano, ogni volta, metro su metro. E la conquista è ancora più bella del dominio. Se dovessimo in cinquant’anni di frequenza al Gran Premio Merano cercare un paragone di compenetrazione fra il cavallo ed il tracciato e la corsa, e fra il cavallo ed il suo fantino, probabilmente possiamo solo rifarci all’epopea di Cogne a Maia e nel Merano. JoeBartos e L’Estran sono una cosa sola fra loro. E L’Estran è una cosa sola con Maia ed il Gran Premio. E con e dietro ad entrambi ci sono la squadra, il progetto di scuderia di Josef e David Aichner (il figlio sempre più coinvolto accanto al padre, di anno in anno) ed il connubio unico trovato con Josef Vana Jr e tutta la sua famiglia, il padre, la madre tutti dediti ai cavalli. Anche qui siamo nell’unicum, a nostra memoria, nella storia del Gran Premio e nell’ostacolismo. Mai vista – e di Maia e del Merano abbiamo vissuto la grande storia e gli anni che tutti chiamiamo d’oro – una così perfetta unione d’intenti. C’è stata al tondino del Merano una immagine simbolo: all’appello “fantini in sella” Josef Aichner chiama tutti: i cinque fantini, e David. E Josef Vana Jr e Josef Sr, e i collaboratori presenti, e tutti si mettono fronte contro fronte e mani nelle mani, come fanno le squadre di rugby, a compiere il rito propiziatorio, teste in giù poi teste in su, braccia aperte ed urlo al cielo. E’ il simbolo visivo di ciò che questa squadra è (per inciso: è anche il simbolo della Maia di Gianni Martone & Merano Galoppo, ma questo lo ripeteremo poi). Tutti per uno uno per tutti, intorno al progetto di colui che ne è alla base: Josef Aichner, l’imprenditore della Val Sarentino che fa della sua passione – i cavalli da corsa e l’ostacolismo – la sua altra impresa. E vince e fa festa, e chiama tutti alla sua festa, e quando non vince si comolimenta con chi lo batte, e subito rilancia.
Da questo nasce il capolavoro nel Merano. Il capolavoro L’Estran ed il capolavoro Josef Bartos. A due settimane dal Gran Premio, il primo jockey di scuderia attendeva il via dei medici al ritorno in sella, dopo la caduta da South Africa del 5 giugno scorso a Maia, e i relativi pericoli alla schiena già provata dall’incidente dell’anno precedente. . Più che incredibile, è una storia di squadra: . E dentro ci son stati altri due capolavori. La monta vincente su Zanini il sabato nella Gran Corsa Siepi e la rinuncia alla sostituzione su Costa Rica domenica fra i 3 anni. , E David racconta: . Ecco: questo spiega tutto. Il progetto Aichner è, con i Vana allenatori ed i fantini, un tutti per uno uno per tutti, in continuo scambio di idee, che porta ai traguardi. Ed al poker storico.
L’esito di scuderia nell’83° Merano Alto Adige, propiziato dall’andatura svelta de Il Superstite, è stato reso epico dal terreno divenuto improvvisamente scivoloso e severo per la pioggia caduta nell’imminenza della corsa. E si è perfezionato nel terzo posto di un grandioso Gangster de Coddes, ai lati di L’Estran per tutto il giro conclusivo (dopo esser stato tenuto su da Pavel Slozil Jr al talus, dove il cavallo aveva forse fatto memoria della terribile caduta estiva). E addirittura in grado, in arrivo, dopo uno sforzo improbio, di tornare ancora brillante a… quasi acciuffare per il posto d’onore colui che è stato il grande avversario di L’Estran: First of All.
Il sauro di Jiri Charvat, nelle mani dell’ottimo Felix de Giles, ha compiuto un percorso immenso, indomito dietro i due di scuderia al giro conclusivo, battuto sull’ultima curva ma capace di riorganizzarsi in una rimonta epica all’interno di L’Estran prima dell’ultima siepe. Dopo la quale, il campione ha dato l’allungo in più. Un grande First of All, a 6 anni recuperato da Pavel Tuma ai livelli giovanili dopo la sciagurata trasferta “di mezza età” in un inutile impegno sulle siepi in Francia nel quale il cavallo aveva rischiato la vita.
I primi tre, in gloria, hanno annientato il resto del campo, caoeggiato dal veterano Viking de Balme, per la seconda volta nella vita nel marcatore di un Merano, e dal grigio Rootster, ripresosi da un errore inziale difficile per lui e per l’assetto del jockey, finiti davanti a Notti Magiche cui nulla si può rimproverare perché sarebbe sacrilegio. Ci ha provato finchè possibile, sui primi l’altro francese Beryl Baie, è caduto all’oxer Embrun d’Oudaries, il secondo del 2021, dopo aver fatto breve apparizione in testa. E si è mestamente fermato a traguardo lontano un My Way poco attraente in presentazione su suoi arti corti. Guillaume Macaire un po’ lo sapeva: . Ci voleva altro ed altri: ci è andato vicino il solo First of All. E tutto il weekend dei francesi, dalla vittoria della primaserieRoyaleMargaux nella Siepi dei 4 Anni alle sconfitte di tutti gli altri transalpini ci ha detto che, contro la qualità messa in campo ovunque da Josef Aichner, occorre – in Francia come in Italia – rispondere con qualità pari o adeguata. Il che apre tutta una riflessione sulle corse ad ostacoli, sugli ippodromi, su Maia stessa che ha una volta di più dimostrato, nell’affluenza (si votava, ricordiamolo), nel “clima”, nell’organizzazione, nel senso dello spettacolo e dell’evento, nell’eleganza, nell’offerta al pubblico e nella sua risposta, nel legame con il territorio, una letterale marcia in più rispetto agli standard del galoppo. Ma che – nel futuro – dovrà anche affrontare, e Gianni Martone non fa che ripetercelo – la problematica dei contenuti di uno splendido contenitore, e questo vale per l’ippodromo e per Borgo Andreina. La “chiave”. A nostro avviso è: trovare, o ritrovare, nel più prestigioso tessuto sociale meranese (che non mnca certo di risorse né di personalità), e quei nomi (che Maia e le sue corse avevano, prima che se ne allontanassero) che possano creare la giusta concorrenza qualitativa al progetto-Aichner. Senza abbassare la qualità dell’offerta (che vorrebbe dire mandare a morte il tutto) ma alzandola al livello degli attuali migliori. E’ la nuova sfida che attende Maia. E forse l’ippica tutta.

UN SABATO GIALLONERO – Il sabato di Maia è presto raccontato. Un monocolore, anzi, un bicolore giallonero. Josef Aichner e Josef Vana Jr hanno vinto tutto. Un superbo Zanini, nella forma della vita, ha dato a Josef Bartos la carica giusta per poi saòire su L’Estran il giorno dopo, e ha demolito il campo intero della Gran Corsa Siepi, lasciandosi alle spalle il compagno Mauricius ed il valorosissimo tedesco CabotCliffs, che ha lottato dietro agli Aichner fino alla fine. Con l’ottimo Lukas Matusky di stagione, il grande Brunch Royal si è confermato stella di grandezza europea nel cross country, venendo a dominare nel finale Almost Human in un Nazioni-Marco Rocca-Crystal Cup come spesso accade spettacolare fin nella difficoltà: a terra i francesi Polinuit e Vino Royale all’oxer grande, poi Santa Klara e Jetstream Jack alla gabbia di siepe. E in apertura di convegno Zio Reginaldo e Pavel SlozilJr hanno siglato da superstiti, su Lucechericama (persi i ferri anteriori nel finale) il Premio Società degli Steeples, che ha visto purtroppo la tragica caduta, con itreparabile frattura ad un posteriore, di quel Roncal che ha scritto parte della storia recente di Maia, seconda perdita grave della stagione dopo l’addio a Live Your Life. Ci mancano entrambi. MVIZ