Milano Centrale

Binocolo puntato
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Due giorni a Milano, con il grande trotto del Gran Premio delle Nazioni e con l’accoppiata giovane del galoppo, quella composta da Gran Criterium e Dormello. Un fine settimana che riporta Milano al centro dell’ippica italiana, che ne mette ancor più in evidenza i pregi e i difetti, perché questo luogo, che piaccia o no, è il nodo cruciale di qualsiasi settore.

Da Milano è partito tutto o quasi, a Milano si sono sviluppati movimenti politici, settori economici, arte, cultura, sport e nuove tendenze. E l’ippica non può essere diversa da tutto il resto. Milano centrale, non ovviamente inteso come stazione, ma come perno intorno al quale può ruotare l’avvenire di un comparto. Abbiamo vissuto cinquant’anni di ippodromi milanesi.

Li abbiamo, come molti altri della nostra generazione di boomers, conosciuti metro per metro: parterre, tribuna, scuderie. Eravamo lì nelle grandi giornate e in quelle di routine. Abbiamo gioito per le vittorie dei grandi campioni e tirato maledizioni quando abbiamo visto i nostri beniamini perdere, o stracciato il biglietto della scommessa effettuata dopo una sconfitta bruciante.

Ci sentiamo insomma “parte” di San Siro galoppo. Così come ci sentivamo “parte” di San Siro trotto, quello vero, non certo di quel simulacro che è la Maura. Abbiamo poi girato l’Italia e il mondo in ruoli diversi, abbiamo visto con i nostri occhi quello che succede e stretto rapporti con persone che sono tutt’ora amici. E tutto questo non fa altro che rafforzare la convinzione che il ruolo di Milano sia fondamentale per il nostro sistema.