Alessio Pollioni, nuova vita da allenatore

Share

La brutta caduta di fine 2021 ha costretto Alessio Pollioni a chiudere la sua storia da fantino ed ora si appresta ad iniziare quella da trainer dove può contare anche sull’esperienza accumulata al mattino preparando i futuri campioni

C’è un nostro ottimo fantino da ostacoli che, sortito dalle piste da corsa praticamente a Natale 2021, è fra noi sugli ippodromi, monta regolarmente al mattino, ha una riconosciuta competenza sul cavallo – è sempre stato una specifica figura di jockey/preparatore, cui diversi dei nostri maggiori trainer si sono affidati – e amerebbe e meriterebbe di intraprendere la carriera di allenatore. Alessio Pollioni, 38 anni il 30 settembre prossimo, si racconta: <Lo stop alla mia attività di jockey, sul quale meditavo, è in pratica avvenuto il 23 dicembre 2021, in seguito ad una brutta caduta da Natris nella Prova d’Assaggio, a Pisa, che ha accelerato e reso necessaria la mia decisione. Peraltro, da tempo coltivavo e coltivo l’idea di allenare, ho seguito il corso e preso la patente ma, come sapete, nel galoppo italiano di oggi volere non è automaticamente potere>.

L’attività agonistica di Alessio ha avuto un iter particolare. “Nasce” alle piste come gentleman-rider, nel 2003: <Si, debutto come cavaliere il 10 giugno 2003, ad Agnano, quarto in sella a Lexington Park in una prova sui 1800 metri, poi vinco subito le mie prime due corse: a Cosma e Damiano, con Big Luciano e La Escepcion>. La stoffa buona c’era da  subito ma, dal 2005 al 2010 Pollioni “scompare”: <No, non sono scomparso, ho montato nei palii… finchè nel 2010 il richiamo del sangue mi ha riportato sugli ippodromi, e avviato alle corse ostacoli: mia mamma fa Moretti di cognome, come il grande Maurizio, l’ostacolismo è la mia passione>. Si è così avviata una circa decennale carriera di jockey da ostacoli, nella quale Alessio Pollioni si è proposto come tipico “fantino di qualità” più che di numeri, e fantino-addestratore,.  serio e preparato, cui gli allenatori si son sempre affidati con fiducia: facendo scorrere la sua attività anno per anno, risulta evidente come i suoi successi migliori siano stati colti in sella a cavalli all’inizio della loro attività in ostacoli, spesso addestrati da Alessio stesso, per gli allenatori: <Vero., è stato così a partire dalla collaborazione con Eros Ostanel: un certo Notti Magiche, da giovane suo portacolori, si rivelò a 4 anni nel Premio Pirelli 2014, vinto con me in sella. Veniva da una buona carriera in piano, piazzato di Emanuele Filiberto per Grizzetti… e ne stiamo parlando ancora oggi>. E il cammino agonistico di Pollioni è punteggiato da soggetti di questo tipo: <Si: nel 2016 sono attore, in sella, dell’esplosione di Mentore, per Laura Marinoni, nella Gran Corsa Siepi di Pisa. E  firmo il Corona Ferra con la recluta Dream in Japan. Nel 2017, ci sono le vittorie colte per la Topeeka e Silvia Casati: “svelo” Africa Warm  nella Siepi dei 4 Anni e sono interprete di quel dotatissimo, particolare progetto di campione che fu Tramonto a Ivry. Nello stesso anno per Raffaele Romano e Christian Troger vinco, sia pur a tavolino, il Premio dei Giovani, a Maia, con  Live Your Life nel suo folgorante inizio di carriera in siepi. Nel 2019 partecipo da jockey, per Paolo Favero, al breve ma intenso miglior momento del grigio Pazzesco: lo porto al successo nello Staffe d’Oro, a San Siro. Nel 2021, per Raf  Romano, debutta e vince clamorosamente il Berlingieri, con me in sella, il dotato Sopran Spencer, una meteora di valore>.  In mezzo, ti sei pure tolto la soddisfazione di far conoscenza personale, almeno una volta, con L’Estran: <Esperienza favolosa di cui ringrazio Josef Aichner: vincemmo insieme a Maia il Premio Mipaaf 2021. Gioia e dramma perché quel giorno, all’inizio del convegno caddi male di schiena e, pur di essere in sella a L’Estran, strinsi i denti e montai sotto antidolorifici; la sera stessa entravo in ospedale e i medici mi riscontravano vertebre da restaurare. Ma ne valse la pena, pur di montare L’Estran: un’impressione enorme, la sensazione fisica di un cavallo che, quando riesce ad innestare le marce, non finisce più>.

A parte l’incontro unico ed emozionante con il quattro volte laureato del Gran Premio Merano Alto Adige, ciò che a noi, e ad Alessio, preme manifestare è proprio la singolarità di una carriera da jockey che, nell’intenzione stessa dei molti che, negli anni, hanno ingaggiato Pollioni, individuava l’immagine di un fantino-conoscitore-preparatore dei cavalli: <Si, io sono sempre stato “tecnicamente” innamorato del cavallo da corsa, della sua preparazione, ho sempre impostato la mia attività in sella non come semplice monta incorsa, ma come termine di un lavoro svolto al mattino, sui cavalli, al fianco degli allenatori. E’ un’esperienza che oggi mi piacerebbe mettere a frutto come trainer. Ne ho il desiderio e penso di averne la nozione adatta al ruolo>. Ne siamo convinti e glielo auguriamo di cuore. Non nascondiamo, anzi è bello poterlo dire, che il suo nome e queste stesse righe ci sono state caldeggiate da professionisti del nostro settore (un nome: Bruno Grizzetti) che del riservato, schivo Alessio conoscono la passione e la serietà. In un momento nel quale il galoppo, e l’ostacolismo in particolare, necessitano di nuovi apporti, pare giusto, e diremmo doveroso, che proprietari (antichi o magari giovani e intraprendenti)  facciano mente e “si accorgano” di professionalità fresche e nuove che abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni.