Plagio a fin di bene

Mandrake
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Non c’è niente di più inedito di quello che è già stato pubblicato. È un evergreen dell’editoria che sostanzialmente invita ad “ispirarsi” al lavoro (di successo) di altri. In fondo anche il grande Leonardo si dice che abbia copiato alcune sue invenzioni, così come quella del telefono, attribuita all’americano Bell che aveva i soldi per brevettarla contro il povero fiorentino Meucci. Così alla fine si scopre che l’umanità progredisce anche con i plagi a fin di bene. Allora perché non adottare questa linea anche nell’ippica? Al Royal Ascot verrà aumentato il numero delle corse e pure negli Usa come sa chi segue le corse americane su Equos.it. Allora, per progettare la famosa riforma perché non ispirarsi a (copiare?) quei Paesi dove l’ippica è un fenomeno popolare di successo e le scommesse altrettanto?