Fronte toscano

Binocolo puntato
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Galoppo italiano con due problemi da risolvere in questi giorni. Il primo è stato quello relativo allo stop imposto dal Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico della Regione Siciliana alle corse di Siracusa a causa del timore di diffusione dell’epidemia di Rinopolminite Equina che ha colpito il settore dell’equitazione nelle scorse settimane partendo da un focolaio in Spagna. In realtà l’intervento è stato precauzionale e con poche basi, visto che nel mondo dell’equitazione dopo uno stop è stata già prevista la ripresa e che nell’ippica il problema non si è manifestato, tanto che in nessuna parte d’Europa c’è stata una sospensione delle attività di corse. In ogni caso già ieri mattina la situazione è stata sbloccata e a Siracusa, che nel frattempo ha perso i convegni di sabato al galoppo e di ieri al trotto, si ricomincerà a correre regolarmente in settimana. Chiuso il fronte siciliano, si è aperto quello toscano, perché la vicenda della pista di Pisa, che già venerdì aveva vissuto un paio di passaggi, rappresentati dalla lettera di Ang che richiedeva lo spostamento completo dell’attività a Firenze, e il Comunicato dell’Alfea che lasciava intendere una sorta di compromesso, era indicativa di una situazione di disagio. Nel momento in cui è diventato chiaro l’intendimento del Mipaaf di assegnare a Firenze quattro giornate e di tenere in un cassetto quelle con le corse più importanti previste a San Rossore, nella vicenda è entrato come un treno in corsa Ottavio Di Paolo, il Presidente di Anag, che in una lettera inviata al Direttore Generale Oreste Gerini, ha chiesto un intervento risolutivo per spostare tutte le corse a Firenze, in modo che vengano disputate subito, arrivando a minacciare un’astensione dalla dichiarazione dei partenti a partire da lunedì prossimo. «Ci devono spiegare la ragione del provvedimento di spostamento parziale. Se la pista è agibile, allora il calendario di Pisa andava mantenuto e nel caso i fantini si fossero rifiutati di montare si sarebbero potuti prendere i provvedimenti conseguenti. Se invece la pista non è agibile, allora bisogna spostare tutto. C’è la fortuna di avere a pochi chilometri un tracciato nuovo che può ospitare l’attività senza problemi e quindi va sfruttato. Quella che è scaturita sembra una decisione di compromesso”.