Ratings: Pubblicati i valori del Parioli e Regina Elena secondo il Racing Post. Fotografia del periodo storico..

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Dal 2007 ad oggi, un crollo continuo. Il Parioli e Regina hanno perso rating ed appeal, e questo appare chiaro se prendiamo in considerazione i numeri espressi dal Racing Post e riportati didascalicamente dal sito Sologaloppo (https://www.sologaloppo.com/) che si occupa scientificamente della questione valori. 

Secondo quanto riferito dal Racing Post il valore della vittoria di Fayathaan nel Parioli è di 100, il valore più basso dal 2007 quando appunto il Parioli era una corsa ambita anche a livello internazionale, non solo come moneta ma soprattutto come prestigio a livello di Classiche, un filo sotto a quelle inglesi, irlandesi, francesi. Ora, invece, il distacco è abissale. Sono passati 14 anni ma sembra una vita fa. Fayathaan succede al 107 di Cima Emergency, al 102 di Out Of Time e allo stesso valore di Wait Forever. Il più forte degli ultimi 14 anni secondo i numeri è stato Senlis, a quota 111. 

Nel Regina Elena la vittoria di Wakanaka è valsa 99, pur avendo realizzato un tempo minore di Fayathaan e con i chili di vantaggio. A tal proposito, forse non sarebbe sbagliato mettere pari peso dei maschi anche le cavalle del Regina Elena, per avere il parametro più corretto e “furbo”, visto che i 2 chili di differenza che attualmente ci sono (in differenza a quanto accade in giro per il mondo) sono stati selezionati al ribasso. Comunque, Wakanaka 99 con la media della corsa a 96,5, leggermente superiore al dato dello scorso anno di Granatina a 96, Fullness Of Life 99. C’è da dire che guardando l’albo d’oro degli ultimi anni si passa dal 105 di Lokaloka (ancora il tempo record della corsa) al 105 di cavalle come Love Of Dubai, My Sweet Baby, Stay Alive, Evading Tempete ad un crollo dal 2012 in poi che in effetti rappresenta anche il crollo e la fotografia del nostro sistema. A parte qualche sprazzo di queste rappresentanti, non c’è un ricordo notevole della loro carriera successiva di corse. Speriamo che la nuova vita di Wakanaka dia un impulso diverso in America. E se questo è l’unico modo per far entrare fondi in Italia, allora ben venga cercare di acquistare a poco e di conseguenza valorizzare, vendere e raccogliere introiti da redistribuire nel sistema. Al momento è quasi l’unica ancora di salvezza, e forse la vittoria più grande nelle corse importanti serve quasi a omaggiare questo aspetto, più che ad avere il nome sull’albo d’oro di una corsa che non ha più il prestigio di un tempo.

Alla fine l’operazione Wakanaka è di quelle da incorniciare: £3,500 (per una cavalla che ne vince solo al palo €130,000 senza mettere in conto il profitto della vendita) con regista dell’operazione Gianluca Di Castelnuovo, deus ex machina di tutte le operazioni made in Dettori (ma non solo) di questi ultimi anni di cavalli acquistati a Goffs Uk. I successi sono sempre più numerosi. Lo stesso Fayathaan, del resto, fu acquistato per £35,000 prima di valorizzarsi e venire acquistato per vincere il Parioli. Acquistare su mercati esteri è sempre una buona occasione, soprattutto a quelle cifre. Questo è il percorso da seguire oltre ad aiutare il made in italy che però deve avere assistenza da parte delle istituzioni.

Vero che i dati del Racing Post non sono ufficiali, ma certificano comunque dei valori cristallizzati nel tempo e difficilmente da quelli ci si discosta. Ma cosa è successo in tutto questo tempo? Il crollo delle certezze del nostro galoppo, di conseguenza della qualità generale delle nostre corse perché frutto a sua volta di un crollo del montepremi ma soprattutto di un crollo intellettuale e culturale a livello istituzionale e popolare del nostro sport, di cui però gli ippici stessi hanno colpe relative. Da Unione Nazionale Incremento Razze Equine si è passato ad un assistenzialismo malsopportato che ci tiene a galla, e che nessuno ha mai chiesto. Al momento siamo anche fortunati ad avere un contributo fisso che foraggia il sistema, ma non è questo che merita uno sport glorioso: L’elemosina non serve ma quello che si chiede sono strumenti, leve sociali. Non esiste più manodopera nel nostro mondo, non esiste comunicazione e questo contribuisce a far si che lo spettacolo delle corse, con annesso indotto lavorativo e fiscale, non sia più quello di un tempo. Si tornerà a brillare?