Glory days

Binocolo puntato
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Ascot è praticamente una seconda casa per Lanfranco Dettori, che nell’ippodromo della Regina si è ritagliato una buona fetta del suo curriculum ormai leggendario. Ad Ascot ha vinto praticamente tutto, ha realizzato il Magnificent Seven (non nei giorni Royal) e il suo nome quasi ogni anno è abbinato praticamente a tutti gli eventi top che si svolgono nell’ippodromo più famoso del mondo. Anche quest’anno Dettori ha diversi mattoni per costruire un nuovo capolavoro. Il primo è stato quello delle Queen Anne vinte da Palace Pier, ovvero quello che era il cavallo più favorito dell’intero meeting. È stato facile come segnare un calcio di rigore perché l’allievo di John Gosden è oggi quasi senza avversari fra i miler, ma per riuscire sempre a buttare la palla in gol nelle occasioni più importanti e soprattutto in un meeting come quello di Ascot, bisogna essere dei campioni. Punto e basta.

Oggi Dettori è atteso alla sfida più importante fra quelle che vanno in scena quest’anno, la rincorsa di Stradivarius alla quarta Gold Cup consecutiva, che consentirebbe al campione allenato da Gosden di eguagliare il primato storico di Yeats ed entrare nella leggenda della corsa più amata dalla Regina e dal suo popolo. Stradivarius è il favorito, è rientrato alla grande e tutti si attendono l’exploit, quella vittoria che anche con il pubblico limitato farebbe esplodere la tribuna. C’è il profumo di storia intorno alla sfida di Stradivarius e Dettori, di grande ippica del presente ma con le radici ben salde nella tradizione, il perfetto mix per Royal Ascot. C’è una corsa probabilmente fuori dal tempo, dagli schemi consolidati dell’allevamento moderno del purosangue che ha sempre più ricercato velocità e kick e che considera i fondisti alla stregua quasi di dinosauri.

Così le distanze si sono accorciate sempre più, tanto che oggi i 2400 metri, la distanza classica per eccellenza, sono considerati quasi come limite attitudinale massimo. E in un quadro come questo i 4000 metri della Gold Cup rappresentano qualcosa di decisamente anomalo. Che però piace alla gente, che ama gli eroi del gran fondo, che apprezza (con lo stesso spirito che porta nel cuore gli ostacolisti) le doti di resistenza e di coraggio dei cavalli, ma anche degli uomini. Per questo la Gold Cup era e rimane una Corsa e vincerla quattro volte di seguito, come potrebbe fare oggi Stradivarius, è davvero qualcosa di straordinario, una di quelle imprese che sono destinate a rimanere nella storia dell’ippica mondiale, scritte con inchiostro indelebile.