Il sabato globale

Binocolo puntato
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Se per il calcio e il tennis italiani la domenica appena trascorsa è stata una giornata da brividi ed emozioni forti, per l’ippica il giorno clou di questo weekend è stato soprattutto il sabato. Sono successe tante cose interessanti, dentro e fuori le piste, che vanno raccontate e analizzate. Per prima cosa va celebrato il terzo Città di Napoli di The Conqueror, il campione fra gli sprinter italiani che continua imperterrito a macinare successi. La concorrenza magari non è fenomenale, probabilmente Starman & company sono irraggiungibili, ma se si eccetua la delusione del Tudini la freccia della New Age è quasi infallibile e sta scrivendo il suo nome a ripetizione nelle sfide più importanti in tema di velocità nel nostro Paese con una regolarità e una solidità che sono davvero impressionanti. La serata di sabato in pista è stata anche quella della consacrazione di Tokyo Gold, il vincitore del Derby Italiano finito secondo a Belmont a una lunghezza e un quarto dal Coolmore Bolshoi Ballet..

Una prestazione eccellente, che dovrebbe aver dato una valutazione internazionale al portacolori di Teruya Yoshida, che già a Roma, per chi aveva visto la corsa e il modo con il quale aveva vinto, avrebbe meritato un rating migliore rispetto al 108 assegnato dagli stregoni del Racing Post con i loro RPR. Al contrario quelli che molti considerano infallibili (a torto) hanno tenuto Tokyo Gold come riferimento, tenendolo a 108 e assegnando a Bolshoi, finitogli avanti per una lunghezza e un quarto, solo 111. A questo punto ci sorgono tanti, tantissimi dubbi, sul metro di valutazione, perché Bolshoi era valutato 117 sulla scorta sel successo nella preparazione a Leopardstown prima di naufragare ad Epsom dove era favorito addirittura a 8/11. I conti insomma non tornano per nulla, ma d’altronde anche se magari è impopolare affermarlo, i guru inglesi dei rating stanno dimostrando di non essere per nulla infallibili, anzi, di proporre in diversi casi, soprattutto nelle fasi di avvicinamento alle grandi corse (in autunno con le linee consolidate tutto è più facile), sparando in qualche caso numeri davvero improponibili.

Probabilmente quelli tra di voi che considerano l’RPR una sorta di dogma non saranno d’accordo, ma allora ci dovrebbero spiegare quale è la ratio della scelta di sottovalutare la sfida di New York. E in ogni caso i conti si faranno probabilmente a fine stagione: magari avranno avuto ragione loro… Altro fatto significativo del sabato, l’afflusso di pubblico alla notturna di San Siro galoppo. La serata climaticamente era perfetta e probabilmente l’Italia impegnato nella finale dell’Europeo la domenica ha tenuto a Milano più gente, ma è bastato fare un po’ di promozione, collegata all’evento di equitazione, per ottenere un risultato interessante. Corse di sera, promozione, fatti che purtroppo, come avevamo già sostenuto in uno degli scorsi numeri di Equos, troppo spesso sono stati trascurati perdendo occasioni decisamente importanti per riportare il pubblico all’ippodromo.

A San Siro c’era probabilmente più pubblico rispetto al pomeriggio del Milano, una conseguenza dell’impegno di promozione dell’evento decisamente diverso e dell’abbinamento delle corse con il Concorso, una chiave interessante, probabilmente la più interessante dell’intero progetto del nuovo San Siro. Perché il bacino degli appassionati del cavallo è formato da centinaia di migliaia di persone, alle quali è fondamentale proporre l’esperienza di assistere anche alle corse, che dell’universo del cavallo rappresentano una sorta di Formula1.