Il cerino atteso

Binocolo puntato
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Livorno ama il galoppo. E il galoppo ama Livorno. Quell’ippodromo piccolo e magari fuori moda, ma in centro città e pieno di calore ed emozioni che a causa di regole sbagliate e gestioni discutibili è stato abbandonato anni fa al suo destino. Un destino che probabilmente sarebbe stato non ippico se la donazione dell’area effettuata dalla famiglia Ceschina al Comune non avesse previsto specificatamente la destinazione ad uso ippodromo… Ma tant’è e in questa estate 2021 il Caprilli potrebbe finalmente riaprire e chiudere quello che forse è stato il capitolo più buio della sua storia e che non si è ancora concluso. Perché quanto sta accadendo a Livorno è francamente la rappresentazione grottesca di una vicenda che avrebbe meritato ben altri sviluppi. Una vicenda in perfetto stile italiano, nella quale si assiste a un continuo scarico di responsabilità, politiche e tecniche, con un finale che potremo scoprire forse solo domani o addirittura solo domenica.

Da lunedì, quando si è svolto il test in pista che ha visto impegnati due cavalli in un galoppo abbastanza sostenuto, la riapertura del Caprilli per ospitare le corse nella domenica di Ferragosto è diventata un terreno minato. Il Mipaaf si è affrettato a inserire in calendario la giornata di domenica, con la Coppa del Mare, e la commissione inviata da via XX Settembre ha dichiarato idoneo l’impianto. Il Sindaco di Livorno Salvetti ha detto che il Comune ha fatto tutto quello che doveva e quindi le corse ci saranno. Silvio Toriello, il patron di Stistema Cavallo, ha detto che la Società va avanti seguendo quanto disposto dal Ministero e che al limite si potrebbe prevedere un intervallo maggiore fra le corse per intervenire sulla pista. Insomma secondo le tre componenti gestionali. Sembra che il Caprilli sia assolutamente idoneo ad ospitare la giornata di corse. Ma… secondo i fantini, quelli che domenica dovranno viaggiare a 60 all’ora in piedi sulle staffe nel catino di Livorno, ci sono tanti dubbi sullo stato della pista e sulla sua capacità di reggere una giornata intera di corse. E il cerino è stato ovviamente messo in mano ai jockey. Perché evidentemente sia per il Ministero, che per il Comune e, ovviamente, per Sistema Cavallo, il massimo dello scarico di responsabilità è mettere la decisione nelle mani dei fantini. Così se malauguratamente qualcosa andasse storto ci sarebbe sempre la via d’uscita politica, lo scarico della colpa su chi ha detto va bene, magari anche dopo innumerevoli pressioni.

Purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di vedere con i nostri occhi lo stato del Caprilli e dobbiamo fidarci delle impressioni degli amici e di quanto abbiamo potuto leggere nei vari post. Non possiamo quindi dare un giudizio personale su quello che effettivamente è lo stato della struttura e quindi spostiamo il discorso su un piano più generale, quello che concerne lo stato delle piste e degli ippodromi e di tutte le battaglie che puntualmente si scatenano quando c’è un problema.

Una ripartenza così raffazzonata e piena di interrogativi ha per ora solo il sapore di un ulteriore schiaffo al Caprilli e l’attesa per vedere cosa succederà venerdì all’atto dei partenti (a proposito il numero degli iscritti non conta nulla, sono quasi automatici) porta tutto a uno stato grottesco.