Punto di passaggio

Binocolo puntato
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Il weekend di inizio settembre è tradizionalmente quello di passaggio dall’attività d’estate a quella d’autunno. E nel racconto della stagione si chiude un capitolo e se ne apre un altro. Si chiude il trotto d’estate, quello delle notturne, quello dedicato allo spettacolo e al pubblico non strettamente ippico. E il gran finale è affidato al Campionato Europeo di Cesena, la sfida che più di ogni altra rappresenta l’anima delle serate sotto le luci. Perché quello del Savio è l’appuntamento che racchiude un po’ tutto quello che è un avvenimento ippico estivo. È una corsa importante, è una sfida spettacolare, è un evento dedicato al pubblico, che nella notte abbraccerà ancora una volta, come accade da cinquant’anni esatti, i cavalli in un contesto di festa, di accoglienza, nel quale la serata si sviluppa intorno alla pista, magari con un gruppo di amici appassionati in uno dei tanti ristoranti dell’ippodromo.

I fuochi d’artificio sanciranno ancora una volta il finale di stagione e come lo scorso anno potrebbero arrivare prima della mezzanotte, visto che Vernissage Grif ha tutte le carte in regola per piazzare l’uno-due e chiudere il Campionato senza dover ricorrere alla “bella”… Finito il capitolo di Cesena si apre quello che propone il Marangoni, ultima chiamata per i 3 anni sulla strada del Derby. Cambia lo scenario, cambiano anche gli attori, perché da una sfida spettacolare in pista piccola con i free for all si passa a una classica per i 3 anni che va in scena sul tracciato super selettivo di Torino, con un occhio al risultato del giorno e l’altro già puntato verso il Derby, che si disputerà (per qualcuno passando anche dalle batterie) il 10 ottobre alle Capannelle.

 Anche quella di Torino è una giornata speciale. Per i “tecnici”, perché quando ci sono in pista i 3 anni che guardano al Derby la tecnica è sempre al primo posto, ma anche per la gente di Vinovo e dintorni, visto che domenica all’ippodromo si festeggerà il sessantesimo anniversario dell’impianto, con tante iniziative legate al territorio. Da Cesena a Torino, un viaggio che per un appassionato vale il prezzo di una faticaccia, perché rappresenta le due facce dello stesso sport, entrambe sempre e comunque affascinanti.

L’assenza di San Siro pesa come un macigno sul galoppo italiano e la situazione di Milano, la città traino dell’ippica italiana, è davvero inquietante. Da una parte ci sono le ruspe che demoliscono San Siro trotto, scambiato con la Maura che è una (bella) pista senza strutture per il pubblico. Dall’altra San Siro galoppo, che ha una tribuna non a caso considerata monumento nazionale ma che oggi è senza una pista per disputare le corse. Un quadro decisamente fosco, che si materializza a un paio di settimane dalle Aste del galoppo. E non sarà la stessa cosa neppure per gli ancora tanti appassionati che, come noi, attendevano il ritorno del galoppo di San Siro. Un pensiero deve andare anche a loro, a quel pubblico che mercoledì è andato all’ippodromo per rivivere l’atmosfera del grande galoppo e non solo si è trovato di fronte a limitazioni anti-Covid fuori dal tempo, ma che è stato rispedito a casa dopo due corse