Mercato trotto al top

Binocolo puntato
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La stagione delle aste italiane è partita con il botto. La due giorni delle vendite degli yearling del trotto organizzata dall’Its al Centro Etrea di Busto Arsizio si è conclusa fra i sorrisi, gli applausi e diversi punti esclamativi. I dati sono eccellenti, ma vivendo l’asta dal vivo è stato facile notare come, fra le legittime recriminazioni sui consueti problemi organizzativi del sistema, la passione e la voglia di acquistare un sogno siano ancora più che mai presenti. E di fronte alla passione qualche volta si dimenticano anche le difficoltà. È vero che la squadra francese che è scesa in campo pesantemente con tre pezzi da novanta come Dubois, Barjon e Allaire, insieme a quella svedese come sempre molto presente, hanno contribuito a dare una bella spinta al fatturato, ma in parecchi casi gli stranieri hanno dovuto lottare a colpi di decine di migliaia di euro per portarsi a casa i puledri desiderati, perché nel ruolo di underbidder c’erano in gioco anche gli italiani.

C’erano proprietari sempre attivi, allevatori alla ricerca di qualche linea femminile e fra i tanti c’era anche un team del quale salutiamo con grande apprezzamento il ritorno, quello della Wave di Giovanna e Gianluca Lami. L’impegno della scuderia gialloblu non si era mai esaurito in realtà, ma dopo la terribile vicenda del rapimento di Unicka (che il settore non dovrebbe mai dimenticare), la passione che animava l’iniziativa si era comprensibilmente spenta. E per questo rivederli in piena spinta può essere un segnale, quello della volontà che tutto il comparto ippico italiano continua a mettere in campo. Ad onta dei pagamenti ormai persi nelle pieghe della burocrazia. Ed è proprio questo che non può che suscitare un forte sentimento di rabbia… Perché da una parte ci sono cavalli che sono considerati anche dagli stranieri fra i migliori del mondo, insieme a uomini che non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi stranieri, mentre dall’altra ci sono strutture che non riescono neppure ad avvicinarsi a quanto servirebbe davvero per valorizzare appieno il prodotto italiano. E questa situazione ha colpito come un treno in corsa soprattutto il galoppo, che sabato manderà in scena la sua asta in un clima che potrebbe apparire quasi surreale.

Sabato l’Asta Sga si svolgerà alla Maura, la pista del trotto che per essere costruita ha portato al sacrificio di una di quelle destinate all’allenamento del galoppo nel comprensorio di Trenno e, a seguire, nel ristorante di San Siro, si terrà la cena con le premiazioni dei capilista degli allevatori. Una festa che si svolgerà in un teatro al momento inagibile per le corse. Speriamo per poco. Magari guardando al futuro, a progetti che possono essere davvero importanti, ma che sono in aperto contrasto con la realtà, frutto di un continuo gioco al ribasso che ha portato le ruspe al trotto, alla costante discesa di Trenno e adesso allo stop al galoppo. Un gioco che, va sottolineato, non è solo milanese, ma di tanti altri teatri, quelli che fino a qualche anno fa formavano un sistema d’eccellenza e che oggi in qualche caso sembrano parte di un’ippica di un Paese del terzo mondo.