Parigi: Torquator Tasso piomba come un falco sull’Arc de Triomphe numero 100! Battuti Tarnawa e Hurricane Lane

Dimanche 03 Octobre 2021;Paris Longchamp;QATAR PRIX DE L’ARC DE TRIOMPHE – G1 – QUINTE +;SCOOPDYGA – CHOURAQUI Elliott
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Si può vincere l’Arc con un cavallo pagato €24,000? Si, si può, perché questa è la magia e allo stesso tempo il mistero insondabile delle corse dei purosangue. Torquator Tasso ha vinto l’Arc de Triomphe di ParisLongchamp edizione numero 100, già di per se storica, annettendo questo risultato a quello degli altri storici Arc de Triomphe. In ogni caso, per almeno un motivo, sarà ricordato. Il tedesco ha conquistato Parigi forte di una preparazione impostata per essere al massimo nel giorno dei giorni, ed ha colpito duro a 70/1 con una progressione fulminante dal centro della pista, testa alta e turbina accesa, grazie alla quale è riuscito a mettere il guinzaglio a Tarnawa (Shamardal), che è andata a cercare varchi interni ed ha corso alla grande, e Hurricane Lane (Frankel), rimasti a guardare questo puntino giallo dal centro della pista sul quale Rene Piechulek non riusciva a credere a quello che aveva appena vissuto. Scene incredibili, emozioni impensabili prima. Si, perché puoi fare tutti i sogni che ti pare, ma quando ti trovi li, in quel momento, con tutti i riflettori addosso, non capisci nemmeno perché tutto sia accaduto.

Torquator Tasso arrivava da un secondo nel Grosser Preis von Berlin (dove, ahimè, il vostro scriba lo aveva pesantemente appoggiato) alle spalle di Alpinista. La forma rodata a Baden Baden con il G1 a 4 settimane dall’Arc, prima di coltivare un sogno lungo una vita. Già piazzato di Derby tedesco a 3 anni, alle spalle di In Swoop (poi secondo nell’Arc 2020), è esploso a 4 anni. Rientro soft in Giugno e poi grande crescita in stagione. Per lui parlano 11 corse disputate in carriera e 5 vittorie.

Torquato, che prende il nome da un poeta, scrittore, drammaturgo e filosofo italiano morto nel 1595, è allenato da un signore che risponde al nome di Marcel Weiss, 44 anni, vestito come il commercialista di Batman (ma elegantissimo!), per 20 anni assistente di Jens Hirschberger, l’uomo dal quale nel 2019 ha rilevato il centro di allenamento a Mulheim. Lo stesso Hirschberger che anni fa portò alla vittoria, nel Prix de la Foret (presente e partecipe, quel giorno, nell’Arc di Dylan Thomas), tale Toylsome che ritroviamo nel pedigree di Torquator Tasso come padre della madre Tijuana. Perché la storia è fatta di corsi e ricorsi, e dunque nulla o quasi è casuale.

Torquator, di proprietà del Gestut Auenquelle che l’ha acquistato per €24,000 alle BBAG, ha vinto uno storico Arc, dicevamo, facendo perno sulla tenuta e sulla attitudine al soffice atteso come una manna dal cielo. Ma anche qui c’è della storia da raccontare: Il papà è Adlerflug (In The Wings), stallone funzionante per €16,000 nel 2021 ma deceduto in agosto per un attacco di cuore, e prodotto di una famiglia che fa capo ad una vecchia e cara famiglia tedesca come quella di Anatevka (Espresso), nata nel 1969. La stessa Anatevka la ritroviamo nella mamma di Torquator Tasso, la quinta esattamente, con aderenze ed attinenze ad Allegretta (Lombard), che è la mamma di una certa Urban Sea (Miswaki), creatrice di Galileo, e King’s Best, altro stallone sopraffino. Qualità chiama qualità, quello che non ha fatto l’Italia negli ultimi anni.

Ora, il suo nome occupa orgogliosamente un posto nell’albo d’oro di questa corsa dopo le vittorie di Star Appeal (Mario Berardelli presente, come ci ha ricordato), e Danedream, rispettivamente nel nel 1975 e nel 2011. Senza dimenticare Waldgeist, ma allenato in Francia. 

La pioggia aveva martellato le strade di Parigi sabato sera e domenica mattina, creando un suono che doveva essere per forza musica per le orecchie di un allenatore alla seconda stagione e di un fantino la cui carriera è stata aiutata dalle opportunità offertegli saltuariamente

Ecco le parole di Weiss: ”Abbiamo iniziato a pianificare l’Arc lo scorso inverno. Pensavo che questo fosse l’Arc più difficile degli ultimi anni, ma continuavo a pensare che meritasse di partecipare. Saremmo stati molto felici se fosse arrivato terzo, quarto, quinto o sesto. L’avremmo considerato un successo. Il fatto che abbia vinto è un bonus. Non si può andare più in alto del Prix de l’Arc de Triomphe. Ogni allenatore lo sogna. Che io l’abbia vinto è assolutamente irreale”. L’ha presa con filosofia Dermot Weld: “Sono un fan delle corse tedesche, ogni tanto esce fuori il cavallo buono. Complimenti”. 

Quarto Adayar, con corsa da protagonista fino a quasi in fondo, mentre quinto Sealiway di rincorsa. Snowfall sul passo sesta, Chrono Genesis settima dopo puntatina mentre ininfluenti gli altri. Ultimo Deep Bond, il giapponese vincitore di Foy, a 43 lunghezze e mezzo dal vincitore. Solo 12 Cristian Demuro su Raabihah (Sea The Stars). 

Il Gestut Auenquelle è di proprietà dell’88enne Helga Endres, che insieme al marito, Peter-Michael Endres, è una delle forze dietro a questo gruppo compatto. Purtroppo non è stata in grado di salire sul podio del vincitore, causa incidente domestico, ma si è invece avvicinata con il trofeo d’argento dell’Arco appoggiato sul suo deambulatore. Durante l’esecuzione dell’inno nazionale tedesco ha sfoggiato un viso che trasmetteva gioia, come aveva fatto quando si era congratulata con la principessa reale pochi istanti prima. Anche questo Arc, è un sogno tutto da vivere e da ricordare. Il prossimo, quel 2022, ancora da scrivere. A partire da oggi. 

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