Frankie Dettori, pubblicato il nuovo libro Leap Of Faith. Ecco alcune anticipazioni ed il link per acquistare

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Poche ore fa, su Amazon è stato messo in vendita l’attesissimo libro di Frankie Dettori. Si chiama Leap Of Faith, testuale “atto di fede” nel quale Dettori racconta Frankie. 

Nel libro si parla di tutto: Le sue forze, le sue debolezze, le vittorie e le cadute, vere le prime, metaforiche e no le seconde. Compresa una con un aeroplano sull’erba di un ippodromo e un’altra con un cedimento morale alla cocaina che gli costò una lunga squalifica di un moralista mondo sovente tacciato d’immoralità, e la rottura di un contratto da top…

Frankie ne ha parlato un pò in giro dell’uscita del libro e a tal proposito è uscita una interessantissima intervista, e non è così scontato, su Irish Times della quale vi riproponiamo, tradotti, degli stralci nei quali emerge un Frankie Dettori privato che solo in pochi conoscono, a cura di Simon Hattenstone. 

“Dettori è stato il Robin Hood delle corse, il campione del popolo che ha battuto i bookmaker tirando fuori l’impossibile. Aveva vinto praticamente tutto ciò che era importante nel calendario delle corse, era sopravvissuto a un incidente aereo che aveva ucciso il pilota, si era affermato in televisione su A Question of Sport ed era diventato un uomo ricco. Era contento della sua sorte e si preparava a smettere mentre era in vantaggio. Solo che non è andata così. Ora ha 50 anni, è ancora al culmine dei suoi poteri e ha goduto di alcuni dei suoi più grandi trionfi negli ultimi anni. Tutto questo, quando sembrava che la sua carriera sarebbe finita nell’ignominia dopo il divieto del 2012 per l’assunzione di cocaina.

Dettori ha scritto un libro di memorie, Leap of Faith, un riferimento alla sua discesa in volo. Chiedo a Catherine se l’ha letto. Lei mi dà un’occhiata. “Ehm, no. È buono?” Perché dovrebbe leggerlo, chiede. “Conosco la storia. Tutto ciò che non so, sta dicendo bugie o l’ha dimenticato”.

Quindi, Frankie in poche parole, dice – facilmente annoiata, impaziente, irritabile. È ovvio che lei lo adora. “Sulla sua lapide, metteranno: ‘Non sto aspettando.’ Tutto è iniziato quando siamo andati a sciare. Arrivavamo in cima alle piste e i ragazzi facevano snowboard e lui diceva: “Non sto aspettando”. Si annoia così tanto”.

Poi c’è la sua vita quotidiana – la dieta a base di pollo e acqua per mantenere basso il suo peso (è alto 5 piedi e 4 pollici, o 1,63 m, e pesa circa 8 7 libbre, o 54 kg), gli infortuni, i rischi, la sofferenza quando non vince. Quindi è facile essere sposati con un fantino? “Sì! Non vogliono che tu cucini niente”. Lei ride. Si dà il caso che Dettori sia quello a cui piace cucinare.

A metà pomeriggio è tornato a casa. È difficile non fare un doppio gioco quando lo vedi in carne ed ossa. È così piccolo. Non è la sua altezza; è la build di Action Man: un fondoschiena grande quanto un conker e un petto come una batteria da nove volt. Ci accompagna nel suo “ufficio”, la palestra dove suda tutto il peso. Dettori si cambia nei suoi colori preferiti, quelli che indossava quando ha vinto così tante gare di recente su Enable, la puledra conosciuta come la regina delle corse. Alla finestra c’è una foto di suo padre con Papa Giovanni Paolo II.

Ho visto una lacuna nel mercato quando ero giovane. Ho pensato: tutti sono così seri e noiosi. Sono italiano, latino, ho un po’ di carattere…”

Gianfranco Dettori, fantino di successo in Italia, mandò Frankie in Inghilterra a 15 anni con 1 milione di lire (l’equivalente di poche centinaia di sterline) e nient’altro, per rafforzarlo. Qualunque cosa facesse, niente impressionava suo padre. Litigherebbero e non parlerebbero per anni. Adesso vanno d’accordo.

Dettori dice che non ce l’avrebbe fatta senza il duro amore di suo padre. “Ero un tenerone, una persona debole. Non volevo il confronto, non avevo davvero ambizioni. Ero felice di stare in mezzo al gruppo”.

Era così piccolo, così giovane – e un soggetto maturo per il ridicolo. “Sono arrivato come un ragazzo di stalla e stavo ricevendo noccioline. Non parlavo inglese. Non c’erano molte persone dall’estero che venivano in quei giorni, quindi sono stato un po’ vittima di bullismo”.

Il resto dell’intervista la trovate cliccando su questo link in lingua originale

Il precedente libro, che si chiama My Story, è stato pubblicato nel 2005. Nel frattempo, a quasi 51 anni (li compirà a Dicembre) nuove storie nell’incredibile spaccato di vita di Dettori, che includono tanti altri aspetti della professione e della sfera personale. Passando per le vittorie con Treve, Enable, Stradivarius, Golden Horn e non solo. Al racconto dei figli che ora studiano, al rapporto con i familiari. Imperdibile! A Novembre uscirà anche un documentario.

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