La fine di un ciclo

Binocolo puntato
Share

L’Orsi Mangelli segna la fine del ciclo classico del 2021. È l’ultima tappa, quella, micidiale, con la formula di batterie e finale sul miglio. Quella che esce dalla normalità delle sfide sul doppio chilometro per proiettare i 3 anni in una nuova dimensione. È un assaggio di Lotteria o, se volete, di Elitlopp. Con il fascino e la cattiveria che solo le prove ripetute possono avere. Nell’immaginario collettivo si può pensare che una corsa sui 3000 metri, magari con partenza fra i nastri, sia dura, ma quelle in prove ripetute in realtà sono decisamente più pesanti per il fisico dei cavalli, chiamati ad effettuare due sforzi nella stessa giornata e per di più sul miglio, con partenza a tutto gas. Perché non è lo sforzo prolungato a mettere in crisi il fisico, ma gli scatti, violenti e in questo caso ripetuti, magari effettuati senza ferri, in quelle versioni speedy nelle quali si fa maggior velocità ma che procurano un’usura maggior delle articolazioni e dei muscoli. Decisamente maggior

L ‘Orsi Mangelli è duro, durissimo. Perché è una corsa all’americana, come si diceva una volta, e perché arriva a fine stagione, quando il fisico dei giovani (si tratta di 3 anni, non dimentichiamolo) è già stato sottoposto a più di uno sforzo. Sono partiti da lontano, dal Giovanardi programmato a fine aprile, qualcuno anche molto prima. E sono arrivati fin qui, una battaglia dopo l’altra, passando per il Città di Napoli, il Nazionale, il Marangoni e il Derby, che per molti è stato in doppio turno. Ci sono state poi le altre corse, le trasferte, i lavori e tutto quanto fa carico. Tutto quanto alla fine fa selezione. Non è un caso se, come leggete nella tabella pubblicata a pagina 3, dal 2000 a oggi solo in 3 hanno vinto almeno uno dei Gran Premi preparatori al Derby ha vinto l’Orsi Mangelli e non è neppure un caso se sono stati ancora solo 3 i cavalli a centrare il doppio Nastro Azzurro-Orsi Mangelli, uno dei quali, Robert Bi, ha vinto le corse ribaltate nelle date di effettuazione ed entrambe sui 2000 metri. E mai nessuno è riuscito a conquistare il grande slam, visto che fra quelli che ci hanno provato Pascià Lest è stato quello che ha sfiorato l’impresa giungendo terzo nell’Orsi Mangelli (sui 2100 metri in prova unica) vinto da Quid Pro Quo, mentre Lana del Rio non ha potuto provarci a causa dello sciopero che aveva portato alla cancellazione dell’edizione 2008 dell’OM.

Per il resto si trovano tanti non partenti, qualche delusione probabilmente annunciata e pochi sorrisi, anche perché, non dimentichiamo, in questo turno finale ci sono anche gli stranieri, magari giunti a questo punto con meno chilometri nelle gambe e quindi in condizioni di freschezza decisamente migliori rispetto ai nostri. In ogni caso l’Orsi Mangelli 2021 chiuderà le prove di vertice della generazione 2018, iniziate esattamente dodici mesi prima con la disputa dei GP Anact proprio a Torino, in coincidenza con la sfida per i 3 anni. Un percorso che è stato piuttosto lineare, con protagonisti che per la maggior parte sono rimasti stabili ai vertici della generazione a riprova di una selezione per ora consolidata, tanto che almeno per quello che è stato il risultato del Nastro Azzurro il percorso complessivo e la formula del Derby hanno superato sostanzialmente l’esame di questo primo anno. Sul traguardo del Derby è passato vincitore Charmant de Zack, protagonista già lo scorso anno nell’Anact e poi frequentatore di tutte le tappe del circuito. Secondo è finito Capital Mail, anch’esso già plurivincitore classico, e terzo Callmethebreeze, il leader della leva fino a pochi metri dal traguardo del Nastro Azzurro, con quarto posto per il vincitore del Nazionale Chuky Roc, mentre Corazon Bar, altro protagonista di diverse tappe, ha galoppato sull’ultima curva quando era in piena lotta. Insomma un risultato che ha una logica, addirittura ben più di quelli delle ultime edizioni del Derby.

Saranno famosi? Oggi è difficile dirlo, perché c’è l’Orsi Mangelli, poi si aprirà nel 2022 il circuito dei 4 anni e in seguito ci sarà l’ultimo salto, quello che porterà i ragazzi della leva 2018 a confluire tra gli anziani. E solo lì sapremo davvero quanti saranno in grado di reggere e di che pasta sono fatti. La sfida di lunedì a Torino sarà in ogni caso un gran finale di questo primo ciclo della carriera. Una conclusione affidata a una prova dura, che si disputa su una pista che non regala nulla a nessuno. E in uno schema nuovo, duro e affascinante.