Passaggio di testimone

Binocolo puntato
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Quello che ci aspetta sarà, per il galoppo, il weekend del passaggio del testimone fra Milano e Roma, che proseguiranno comunque ma a scartamento più ridotto, e Pisa, che con il recupero di due HP (Goldoni e Galilei) non disputati nel corso della riunione di primavera, comincia a tuffarsi in quell’inverno che è da sempre la stagione clou di San Rossore. San Siro sabato manda in scena il Chiusura, la prova più tradizionale del novembre milanese, una delle più amate dal pubblico e non solo perché la giornata del Chiusura sanciva la fine della stagione, ma anche perché i 1400 in dirittura di San Siro sono una sfida dura, spettacolare, incerta da leggere su un terreno autunnale che può anche tagliare le gambe, soprattutto dopo tutta la suite di sfide che si sono svolte nel corso dell’autunno che, ovviamente hanno lasciato un segno nei muscoli dei protagonisti.

C’è tanto da scoprire in un Chiusura, oggi declassato a Listed ma sempre pieno di fascino. C’è da scegliere se puntare sugli sprinter o sui miler, perché i 1400 in dirittura a Milano sono una distanza al limite massimo (forse anche oltre) per i primi, ma allo stesso tempo sono al limite minimo per i secondi. C’è poi da aspettare i partenti di oggi per vedere se al via ci sarà anche qualche 2 anni, già perché il Chiusura è aperto anche ai giovanissimi, che possono sfruttare l’enorme vantaggio di peso sugli anziani. E, mentre sui 1000 e in parte sui 1200 le differenze di peso hanno effetti limitati, sui 1400, e magari sul pesante, i chili in più si sentono. Eccome. Vi abbiamo posto quelli che sono i tanti temi del Chiusura, perché la sfida di Milano è uno dei migliori esempi per capire quanto lo studio delle corse sia una vera e propria scienza. Non si tratta di scegliere un numero a caso (lo potete fare, ma a vostro rischio e pericolo) e tantomeno di schiacciare un bottone per far girare una macchinetta. E non parliamo neppure delle corse virtuali che raccolgono successo, ma che in pratica sono dei cartoni animati utilizzati per dare vita a una sorta di slot machine che genera un risultato secondo le probabilità suggerite dalle quote.

Insomma qualcosa che può al massimo essere paragonata a una roulette, non certo a una corsa vera. Da tutto ciò scaturisce la sostanziale differenze, che più volte abbiamo illustrato, fra scommessa e gioco. E non si tratta di una differenza da poco, perché la scommessa presuppone una scelta consapevole, frutto di un ragionamento spesso anche complesso, mentre il gioco scaturisce da un azzardo puro e semplice, con il risultato legato solo alla sorte. Per questo le scommesse ippiche, ma anche quelle sportive, sono il comparto meno portatore di ludopatie, perché, al contrario di alcune teorie proibizionistiche, è decisamente più importante educare il pubblico al gioco rispetto a porre divieti, anche sulla pubblicità così come è accaduto quando è stato varato il Decreto Dignità. Legge che ha cancellato sì quelle pubblicità che ormai riempivano forse anche in maniera esagerata le televisioni e la stampa. Ma le corse sono qualcosa di diverso. E se la raccolta delle scommesse è la prima fonte di finanziamento in tutti i sistemi ippici mondiali, le sponsorizzazioni da parte dei bookmaker rappresentano una risorsa che non va certamente trascurata. Perché, oltretutto, si tratta di un messaggio pubblicitario con un target preciso, indirizzato principalmente a ch si interessa delle corse e che quindi, ha comunque una propensione verso la scommessa. Perché giocare una corsa, anche solo qualche euro, rappresenta prima di tutto una sfida nella quale il puntatore mette in gioco la sua conoscenza più che il denaro.