Territori fertili

Binocolo puntato
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Ci sono luoghi dove il cuore batte forte per l’ippica. Luoghi e occasioni speciali che si distinguono da tutto il resto e che ogni volta riescono a dimostrare come il presunto disinteresse del pubblico verso l’ippica non sia assoluto, ma solo determinato da condizioni avverse. Tanto che in qualche caso si ha persino l’impressione che dietro le quinte si annidi qualche perverso regista che sta cercando di girare un film drammatico per concludere operazioni ad ampio spettro (economico ovviamente). Perché il terreno sul quale può crescere la passione ippica è ancora fertile. Ma va arato, seminato e annaffiato… Fieracavalli anche quest’anno ha dimostrato che il fascino del cavallo è sempre ai primi posti nella classifica delle attrazioni. Nei giorni di Verona si riversano in fiera decine di migliaia di persone che hanno il cavallo nel cuore e nella mente. Giovani soprattutto, che vivono in simbiosi con il cavallo, anche solo per svago, e che con esso si trovano a meraviglia.

Passeggiate, turismo equestre, equitazione, allevamento di razze particolari. C’è un po’ di tutto a Verona, ma sempre con il cavallo al centro e con l’obiettivo di trasmettere passione ed emozioni . E l’ippica? Abbiamo più volte affermato che è la Formula1 dei cavalli e come la massima competizione automobilistica non può certo coinvolgere in maniera agevole tutti. Salire su un cavallo per una passeggiata è alla portata di tutti, un po’ come prenotare un campo per giocare una partita a calcetto con gli amici. Montare in un concorso è già più difficile, ma si comincia dai pony e comunque può esserci un’attività agonistica minore, esattamente come accade nelle serie più basse di qualsiasi sport. Montare o guidare in corsa, anche per un gentleman, è un po’ come entrare nell’universo professionistico di una disciplina, a prescindere dall’importanza di una corsa. Difficile quindi poter arrivare a diffondere un’attività di base, anche perché le poche strutture che consentivano di farlo, le piste private del trotto, sono praticamente estinte.

Come la Formula1 o le altre categorie top dei motori sono sostanzialmente irraggiungibili per la gente comune, anche le corse appartengono a un universo a sé stante, ma il successo che sta avendo il sindacato di Equos grazie alle vittorie di Agiato ci dice che c’è ancora gente che ha voglia di entrare sempre più in profondità nell’ippica agonistica purché sia un divertimento… In poche settimane si è creato un vero e proprio Club, del quale fanno parte i soci del sindacato, dove si scambiano idee e informazioni e l’impressione è che, allargando la platea, si possa riuscire a fare ancora meglio, rendendo ancora più interessante la f r e q u e n t a z i o n e . Un segnale, piccolo e limitato nei numeri finché volete, che però dimostra, insieme con tante altre iniziative, come vi sia la possibilità di espandere il nostro mondo. Lo ha dimostrato Merano, coinvolgendo il mondo degli Haflinger, i cavallini biondi delle montagne dell’Alto Adige che fanno parte della storia e della cultura di quei luoghi. Portare a Maia il popolo degli avelignesi ha significato attirare all’ippodromo la gente del settore, che è andata in pista e ha assaporato il profumo forte delle corse. E qualcuno ha già oltrepassato il confine fra gli haflinger e i purosangue.  Lo dimostrano tante altre occasioni, compreso quel Palio dei Comuni di Montegiorgio che va in scena domani e che ha già cominciato a scatenare fibrillazioni in tutte le Marche. Perché i cavalli, nel Palio, diventano i gonfaloni dei Comuni e la corsa si trasforma in una sfida fra le genti dei luoghi. Che per l’occasione investono (in qualche caso anche molto) per ingaggiare i cavalli migliori.