Il giudizio dell’Europa

Binocolo puntato
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Che piaccia o no il galoppo italiano è soggetto al controllo dell’Europa, di quel Comitato Pattern che ha il potere di promuovere o retrocedere le corse e che valuta i calendari nazionali. Per qualsiasi intervento su tutte le corse con status di pattern o di listed è necessaria l’approvazione del Comitato, all’interno del quale, come è logico che sia, il peso più significativo è quello di Inghilterra, Francia e Irlanda, i tre Paesi più importanti dell’eurogaloppo.

L’Italia nel corso degli ultimi 20 anni ha perso quel ruolo che si era conquistata nel corso degli anni. Il nostro Paese è finito ai margini dell’Europa che conta, in una sorta di limbo dal quale non sarà semplice uscire, perché la perdita di credibilità e di contatti è stata clamorosa. L’Italia sconta numerosi fattori, tutti organizzativi, legati in primis ai ritardi nel pagamento dei premi, ma non solo. Perché il Comitato ha più volte cercato un contatto, offrendosi anche di supporto per cercare di risolvere insieme alcune problematiche.

Sono stati inviati a Roma ispettori, per valutare procedure e funzionamento, ma i rapporti, seppur non del tutto compromessi, non sono mai stati ristabiliti nella maniera più produttiva per tutti. Alla fine quello che finora ha frenato provvedimenti ancor più drastici, come la minacciata esclusione dal “circuito” principale, non sono stati adottati, probabilmente solo perché l’Italia è ancora “too big to fail”, perché sia pur ridotto al lumicino, il nostro movimento è ancora prezioso anche per i big esteri. Prezioso perché gli allevatori comunque inviano le loro fattrici all’estero per le coperture.

L’articolo completo lo potete leggere nell’edizione di Equos-Trotto&Turf di sabato 22 gennaio.