Europa unita dall’ippica

Binocolo puntato
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L’ippica, trotto e galoppo, è forse il settore che meglio rappresenta l’Unione Europea. Quella allargata, che comprende gli inglesi, nonostante la Brexit, e Paesi che, pur essendo parte del continente, non fanno parte della Ue. E non potrebbe essere altrimenti, perché pur con qualche distinguo di carattere nazionalistico, tutto ruota intorno al cavallo che, per fortuna, non conosce bandiere o partiti o clan. Lui corre e basta e se ha un’etichetta nazionale è perché la mettiamo noi umani per marcare un territorio oppure anche solo per ragioni economiche.

L’euroippica va in scena anche in questo weekend, con i fuochi d’aritificio che scoppieranno domani a Vincennes in occasione del Prix de France, ma anche con gli appuntamenti di Pisa, quelli dedicati agli ostacoli, che avranno una forte connotazione straniera, con l’arrivo dei soliti amici cechi che ancora una volta caricheranno i loro cavalli sui van per venire in Italia in cerca di gloria e denaro. Perché per loro le corse italiane, per “povere” che siano in rapporto a quelle francesi, erano e rimangono qualcosa di importante.

È una questione di punti di vista, di dove vivi. Se sei francese i premi da decine di migliaia di euro al traguardo sono la norma; se sei italiano guardi alla Francia come il Paese di Bengodi e all’Italia come un luogo dove operi quotidianamente, anche con soddisfazione; se vivi in Repubblica Ceca, ma anche in Svizzera o nella stessa Germania, le corse italiane offrono cifre decisamente interessanti. Ma se ci pensate tutto ciò non è differente dal mondo “normale”, dove addirittura all’interno di uno stesso Paese vi sono differenze.

L’articolo completo lo potete trovare nell’edizione di Equos-Trotto&Turf di sabato 12 febbraio.