Il centro di gravità

Binocolo puntato
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Dodici mesi fa il tempio degli ostacoli di Cheltenham aveva un aspetto spettrale. Si è corso a porte chiuse, nel silenzio. E il trionfo storico di Rachel Blackmore è stato festeggiato solo in maniera virtuale. Un anno prima il mondo era quasi tutto “chiuso” per pandemia, ma la Gran Bretagna rimaneva ancora aggrappata alla vita “normale” e il Festival era andato in scena con la gente sulle tribune. Era stata una scelta coraggiosa, o folle a seconda delle idee, e le conseguenze erano state pesanti, perché l’ammasso di pubblico aveva creato un focolaio importante e non a caso l’appuntamento di Cheltenham 2020 era stato considerato un detonatore della pandemia sul territorio inglese.

Martedì si torna quasi alla normalità. I fantasmi del Covid non sono ancora svaniti, semmai sono stati messi in secondo piano di fronte alla guerra in Ucraina, ma l’edizione 2022 dell’appuntamento più amato (e scommesso) da inglesi e irlandesi andrà in scena con una faccia quasi normale. Sono attesi 250mila spettatori nei quattro giorni di corse e le regole per l’accesso saranno le stesse in vigore per tutte le manifestazioni con oltre 10mila spettatori quindi è necessario il green pass per entrare o, in alternativa, un tampone negativo effettuato nelle ultime 48 ore. Insomma si torna alla normalità, o meglio a quella normalità alla quale ci siamo abituati nel corso degli ultimi mesi.

Cheltenham d’altronde rappresenta qualcosa di speciale per inglesi e irlandesi. È uno scontro sportivo fra cavalli e uomini, ma anche fra due “nazionali”. È un momento di aggregazione, per molti anche l’occasione di una vacanza, visto che in Uk e in Irlanda il concetto di vacanza è profondamente diverso dal nostro.