Caduta San Siro. Maniezzi: «Terreno duro, i cavalli scivolavano»

Luca ManiezziMilan, San Siro racecourse,12 ottobre 2014photo Stefano Grasso/Trenno srl
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Arrivano i primi commenti sulla drammatica caduta di San Siro che ha convolto quattro fantini e ha portato alla tragica scomparsa di Goccia Bianca. Vista la dinamica dell’evento alla fine si può dire che sia andata bene… «Diciamo così – dice il presidente dei fantini Luca Maniezzi. – Perché rivedendo le immagini si capisce che ci sarebbero potute essere conseguenze ancor più tragiche. Comunque Sara del Fabbro ha la clavicola fratturata, Saiu la clavicola fratturata in tre punti e deve essere operato, Deias una frattura a una vertebra e Mezzatesta ha preso colpi durissimi alla schiena. I ragazzo dovranno star fermi un po’…»

Una tragedia sfiorata, ma quale è stata la dinamica? «Il cavallo di Mezzatesta è scivolato con l’anteriore ed è andato giù di schianto e il gruppo gli è piombato addosso. Nessuno poteva fare niente. Alla corsa prima quello di Gasparini era scivolato con il posteriore…».

Scivoloni dovuto a…? «Il terreno in circolare era troppo duro. I cavalli hanno bisogno di un fondo morbido per affondare lo zoccolo e avere grip. Un animale che sviluppa una potenza straordinaria deve poterla mettere a terra. Ma la circolare non ha visto acqua da troppo tempo e il fondo era una “strada”. Si vede benissimo dai filmati delle corse il polverone. I tracciati andrebbero irrigati quanto necessario per renderli sicuri».

Dalle parole dei fantini si evince anche che la geometria della curva della circolare non sarebbe ottimale. Fresu ha detto che Cantocorale ha subìto la curva e il fondo… «Erano state fatte delle modifiche su nostra indicazione, ma la situazione è peggiorata. La curva ti butta in fuori e devi correggere il cavallo. Così facendo, sommando il fatto al fondo durissimo, è possibile che qualche cavallo possa scivolare. Dipende un po’ anche dal tipo di azione che hanno, ma sarebbe meglio prevenire…».

Pista troppo dura, ma i collaudi? «Siamo stati invitati ad effettuare un collaudo il 31 di agosto. Io ero in vacanza e lo hanno svolto i miei colleghi. Più che un test diciamo che abbiamo effettuato i lavori che avrebbero dovuto svolgersi a Trenno che però era praticamente inagibile in quanto durissima. Sono stati svolti in pista media e in pista dritta, sul tracciato dei 1000 metri “tradizionale” e il fondo era perfetto, anche perché era stato irrigato correttamente. Ieri le corse si sono tenute in pista circolare e questa oggi non è certo perfetta, anzi, al momento è un tracciato fatiscente, forse anche perché destinato ad essere sede dei lavori. Anche la dirittura dal primo traguardo in poi era ben diversa e anche questo si vede dal filmato della corsa di Agiato e Collinsbay».

Negli ultimi due anni i casi di problemi alle piste si sono moltiplicati, al galoppo principalmente ma anche al trotto. Certo il clima non ha favorito il corretto stato dei tracciati, ma probabilmente c’è anche una componente dovuta a fattori diversi. Di questo però si parla solo quando c’è una tragedia (e non dimentichiamo che ha Milano ha lasciato la vita una cavalla) per poi tornare alla routine. Il ruolo dei Commissari, che sono gli “occhi” sul campo del Ministero in queste situazioni è in molti casi evanescente, in parecchi casi le Categorie pensano in primis alle corse da disputare e gli ippodromi cercano di ottimizzare i costi. Gli incidenti accadono, come nel caso di Coroebus a Longchamp, ma l’importante è cercare di evitarli il più possibile.