Trotto – La scomparsa di Viking Kronos

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Giovedì scorso, nel centro del suo mèntore Lutfi Kolgjini, dal quale non si è mai separato, è deceduto, all’età di 28 anni, Viking Kronos, sicuramente uno dei cavalli più forti nati negli anni ’90, sia per quel che ha realizzato in pista nella sua breve carriera, sia per il fondamentale contributo che ha dato in razza: tanti, infatti, sono stati i campioni che ha dato in linea diretta, ma attenzione, perché una mamma da Viking Kronos è una “sicurezza” e, quanto ai papà, basta citare il nome di Maharajah. E ci sarebbe da dire tanto, ma tanto di più.

Viking ha iniziato alla grandissima, sembrava “il cavallo imbattibile” e memorabili resteranno i suoi confronti, pochi purtroppo, con il suo coetaneo Varenne, al quale, nel giorno del Derby, passò il testimone di leader della generazione ’98, un testimone che il suo “amico/rivale” raccoglierà diventando poi il cavallo più forte di sempre.

Viking Kronos, era nato l’8 febbraio 1995, debuttò a 2 anni, il 14 settembre 1997, vincendo in 1.16.9, e sembrava che non potesse fermarlo nessuno finché, un giorno, nel giugno 1998, trovò sulla sua strada Vanitas Ac, che lo batté nel fiorentino Etruria. Già lì si iniziarono a intravedere quei problemi che poi ne condizioneranno la performance nel Derby, che è stata la sua ultima corsa e dove giunse quarto anche se, nell’intervallo fra Etruria e Derby, ci furono altri tre successi, quello ottenuto in un memorabile Nazionale e poi due in terra svedese, a Gävle, dove conseguì il suo record in carriera sulla breve di 1.12.1, e poi ad Örebro, nella finale della Öppen Klass (gr. 1).

La serie delle vittorie del campione di Lutfi Kolgjini iniziò a 2 anni nel Criterium Arcoveggio e nel Criterium Veneto, cui seguirono i più importanti traguardi nel Gran Criterium e nel premio Allevatori. A 3 anni Viking vinse l’Elwood Medium ed il Giovanardi, poi ci fu la battuta d’arresto nell’Etruria cui seguirono i già citati successi nel Nazionale e nell’Öppen Klass e, infine, l’amaro quarto posto nel Derby.

In razza, poi, come abbiamo detto, Viking è stato fenomenale: indubbiamente la sua bellezza, quasi impareggiabile, ed il suo sangue nobile restano e resteranno vivi per sempre nei suoi eredi.

Ciao Campione!