ANACT: Dura lettera al Ministro Lollobrigida e al Sottosegretario La Pietra

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Riceviamo e pubblichiamo

Illustre Ministro, Illustre Sottosegretario, come Vi è ben noto, la situazione del settore ippico è ad un passo da una crisi irreversibile.

L’intervento mancato delle casse dello Stato pari a oltre 40 milioni di euro a favore del nostro comparto (l’equivalente del 50% delle risorse disponibili come Montepremi per un anno) ha azzerato ogni speranza di ripresa dell’ippica, eccellenza del made in Italy apprezzata in tutto il mondo.

Nessun sistema, nessuna azienda, avrebbe mai potuto sopravvivere con la perdita secca di metà delle entrate. Gli operatori hanno per l’ennesima volta stretto i denti, fatto sacrifici e ridotto, forzatamente, i propri investimenti.

Il precedente Governo, su cui grava, sia chiaro, la responsabilità di questa gravissima mancanza, ha dimostrato incapacità ad affrontare la situazione e tra decisioni scellerate e promesse mai mantenute ha contribuito a generare il crollo degli investimenti e della fiducia nel sistema. Proprio per questo ci si aspetta, adesso, un forte segnale di cambiamento.

Come Voi sapete bene il fattore tempo incide pesantemente sulle nostre attività e sulle risorse economiche oramai esaurite. Lo scorso gennaio ci vennero chiesti sei mesi di sacrifici e rispettosamente, in segno di illimitata fiducia, tutto il settore ha stretto un altro buco, l’ultimo, della cintura.

Siamo arrivati adesso a metà Luglio e il settore è purtroppo completamente in default.

Le scuderie riducono drasticamente il proprio parco cavalli e il mercato è completamente fermo. Istituzionalizzare i pagamenti dei premi a sei mesi si è rivelato un freno micidiale del mercato.

In pratica sono stati tolti 2/3 mesi di volano economico, stimabili in circa 20 mln di euro, e questo ha portato al crollo degli investimenti e, soprattutto, della fiducia in un sistema già precedentemente percepito come inaffidabile e perfino irritante.

La situazione è quindi al collasso: i proprietari più facoltosi, i più attenti ed i più appassionati ormai comprano puledri esteri e portano i propri cavalli italiani in Francia o in Svezia. A forza di aspettare si è ucciso anche l’entusiasmo del più accanito appassionato.

Gli allevatori non sono più in grado di sostenere gli investimenti necessari a produrre la qualità che sarebbe, non dimentichiamolo, il primo obiettivo istituzionale del sistema, che in questi mesi ha subito un ulteriore ridimensionamento impedendo di acquistare il meglio dal mercato internazionale e riducendo le aziende, quando ci riescono, alla mera sopravvivenza, quindi alla mediocrità.

Ci vantiamo di avere il miglior allevamento del mondo e intanto si raffredda quel sano spirito imprenditoriale che ha permesso, nonostante tutto, di produrre campioni.

Sarà difficile, se non impossibile, nei prossimi anni ripetere quei trionfi internazionali che, almeno, ci facevano sentire ancora importanti nel mondo, se non altro, come allevamento.

Ma negli ultimi 3 anni nessuna delle richieste e dei suggerimenti portati da questa associazione è stata attuata preferendo diluire tutto e accontentare tutti per poi, alla fine, accontentare nessuno.

Gli allevatori non sono in grado di continuare la propria attività in queste condizioni.

Il credito con i fornitori, le banche, le proprie famiglie e anche con le proprie coscienze è finito.

Il gioco non vale la candela e diventa impossibile recuperare i propri investimenti.

Gli allevatori del trotto disperatamente, alla luce del persistere e del degenerare di questa condizione, chiedono a questo Governo di parlare chiaramente e di dire se veramente sta per succedere qualcosa di importante e di affrettarsi ad annunciare qualcosa che sia tangibile, che offra garanzie economiche e operative e che riporti fiducia.

Ma subito.

L’Anact ripone in Voi e nel Governo in carica il massimo della fiducia per far tornare questo settore centrale nell’economia del paese, ma adesso servono i fatti.

Nel rinnovare questo accorato appello ci permettiamo di sottolineare l’urgenza di ripristinare il contributo pubblico “risparmiato”, di riportare subito i tempi di pagamento al massimo a tre mesi, di attuare al più presto la riduzione dell’Iva sulle vendite dei cavalli e sui servizi annessi, di allineare i premi allevatori esteri a quelli percepiti in Italia, di ricevere con cadenza mensile il pagamento del premio aggiunto per gli allevatori, di ridurre le giornate di corsa con il conseguente aumento proporzionale dei premi, abbandonando questa suicida mentalità assistenzialista che ha portato a distribuire premi a pioggia (tipo reddito di cittadinanza) anziché premiare consistentemente chi merita con premi dignitosi e non con cifre che non coprono neppure il mantenimento del cavallo per una mensilità.

Illustre Ministro, Ilustre Sottosegretario, confidiamo in un Vostro urgentissimo intervento, in una Vostra autorevole dichiarazione pubblica che scuota il settore e lo risvegli da questo avvilimento generale, certamente ereditato dal precedente Governo, che oggi va fortemente stigmatizzato e affrontato con la massima determinazione.

Ringraziandovi, fin d’ora vogliate gradire i sensi della nostra più alta stima e considerazione.

Il Consiglio direttivo di Anact