In questi giorni pieni zeppi di news a cavallo fra la politica ippica e quanto accade in pista è esplosa anche un’altra questione, quella della scelta operata dalla Varesina di concentrare l’attività dell’ippodromo prevista per i prossimi mesi, rinunciando a due delle cinque giornate in calendario, quelle previste nell’ultima decade di dicembre, precisamente quelle del 20 e 27 dicembre. La scelta è stata contestata da Ang, che ha inviato ai vertici politici e operativi del Ministero la seguente lettera, chiedendo il ripristino del calendario originario.
2023.10.17_Varese
La posizione di Ang è chiara, ma ad essa va affiancato anche lo schema proposto dalla Varesina che accompagna la richiesta di taglio delle due giornate. Lo schema che verrà esplicitato a giorni nel libretto programma prevede l’utilizzo integrale del montepremi stanziato, suddiviso su 21 corse (sette per giornata) anziché 25. I tre convegni in calendario prevederebbero infatti sette corse ciascuno, la dotazione media per giornata sarebbe di oltre 71mila euro e al momento ci sarebbe da prendere la decisione sull’opportunità di disputare le prove più ricche sulla pista in erba, anziché lasciare tutte le corse in sabbia.
Si tratta di linee “filosofiche” contrapposte. Da una parte gli operatori che hanno a disposizione sempre meno occasioni per scendere in pista, dall’altra la Società che vuole puntare su un minor numero di giornate con un maggior numero corse di miglior livello, anche per ottimizzare i costi, in modo da proporre un prodotto-corsa sicuramente più allettante anche per le scommesse.
Dove si vuole puntare? Il sottosegretario La Pietra nell’ipotizzare uno schema di programmazione per il prossimo anno ha preannunciato una linea più simile a quella adottata dalla Varesina, ma evidentemente c’è da studiare bene il problema, perché ci sono anche da tutelare gli interessi dei piccoli, quelli che sono in training fra Milano e Varese e che difficilmente possono inviare i cavalli fino a Pisa per partecipare a un handicap di minima.