Gianni Colella, una “Grand” trasferta a Deauville: “È stata una settimana speciale!”. Le parole del trainer romano

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Il mestiere di allenatore di cavalli da corsa è uno dei mestieri più complessi del mondo, che richiedono un enorme sacrificio in tutti gli ambiti. Poi arrivano quei giorni dove alzarsi dal letto diventa più semplice e per Gianni Colella questa è stata una settimana da brivido. Nel giro di 72 ore prima la vittoria di Nayeli nel Roma Vecchia a raccontarci di una bella storia di famiglia e poi il terzo posto di Grand Grey a Deauville, in Listed, che se per molti può sembrare poca cosa, per l’Italia del galoppo, dati gli ultimi infruttuosi esiti delle trasferte, è tanta roba.

Gianni ci racconta le sue emozioni rispondendo con uno brillante “prontooo” al primo squillo del telefono: “Direi una bella settimana, che ti riconciliano con le difficoltà del nostro lavoro”. Gianni ha coltivato la passione per il lavoro alla bottega del papà Attilio, maestro per molti a Capannelle, carpendone i segreti in casa, in primis. Ora, dopo una parentesi francese di 2 anni dal cognato Gianluca Bietolini in Francia, è ripartito con slancio da qualche stagione a Capannelle. Attualmente ha 18 cavalli in training. 

Prima Nayeli, una cavallina tutto cuore che ha raccolto il massimo possibile cogliendo la ambita vittoria in Listed bevendosi tutti i 2800 metri del Roma Vecchia martedì scorso, poi il terzo posto di Grand Grey in una “strana” partecipazione, insolita per gli italiani, nel Criterium de Vitesse di giovedì pomeriggio: “Cercavamo una valorizzazione a livello internazionale dopo le buone cose fatte in Italia. Cercare una soddisfazione nel Divino Amore (Listed domenica prossima a Roma per i 2 anni) non avrebbe aggiunto molto. Da Roma e Milano era uscito bene nelle prime due corse, senza faticare e devo ringraziare anche Dario Vargiu al quale ho chiesto un parere circa le potenzialità di Grand Grey e lui mi ha rassicurato dicendo di aver sentito un motore speciale. Mi spiace solo non lo abbia montato lui per i noti motivi. Il cavallo si è fatto 1500 chilometri, era sereno ed ha affrontato bene tutto. Tentare in quel contesto ci ha dato sicuramente un valore maggiore in ottica mercato, perché alcune offerte erano arrivate ed immagino ora ne arriveranno delle altre più corpose per il signor Manservigi”. 

Alla fine bisogna guardare la realtà dei fatti. Si può parlare di meravigliose storie di sport e ippica, ma in Italia inevitabilmente la ciambella di salvataggio per far quadrare i conti è realizzare una mega plusvalenza che con i cavalli, se sei bravo e fortunato, è possibile. Adesso che si fa? “Adesso per fortuna il cavallo è in viaggio di ritorno per l’Italia con mio figlio Gianmarco, ce lo coccoleremo un pò e lo metteremo a risposo aspettando l’anno prossimo. Se poi starà particolarmente bene allora potrebbe diventare una idea un ulteriore step come il Premio Umbria a Capannelle, il 5 Novembre. Ma contro gli anziani potrebbe diventare un suicidio, a questo punto. Credo che riposerà, poi vedremo l’anno prossimo il percorso da fare”.

Il cammino per un cavallo del genere va definito in ottica Parioli: “All’inizio pensavo arrivasse bene al miglio, nei primi lavori dava l’idea di poterlo fare. Invece alla fine è un “Havana Grey” nel senso che in corsa diventa un professionista della velocità e in Italia non è che ci siano tanti appuntamenti per un cavallo di 3 anni veloce e forte. Vediamo, innanzitutto come passerà l’inverno, e poi all’anno prossimo ci penseremo a tempo debito”. Sempre che nel frattempo non arrivi una valigia carica di soldi. Del resto quando la serie B del calcio sforna un talento, arrivano le grandi squadre di Serie A a soffiartelo senza che si possa opporre resistenza.