Lettera aperta al Sottosegretario La Pietra

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Gentile signor Sottosegretario, gentile Direttore Generale,

facendo seguito alla richiesta pervenuta di inviare osservazioni e suggerimenti in merito alla bozza pervenuta di calendario 2024 desideriamo innanzitutto evidenziare come la stessa non sia stata preceduta da alcun documento illustrante i parametri e la strategia seguita per pervenire a tale ipotesi di lavoro e quindi possiamo qui giudicare solo l’elaborato in quanto tale.

Nel merito, la bozza di calendario pervenuta riteniamo sia del tutto inaccettabile e profondamente sbagliata in quanto:

–     Prosegue nella assurda e negativa politica di riduzione delle giornate di corsa che ormai da 15 anni ha gravemente danneggiato il settore, ridotto drasticamente il numero dei proprietari di scuderia, distrutto il lavoro di allenatori e guidatori, annichilito il gioco ippico, vanificato gli sforzi degli operatori tutti e dell’indotto di investire professionalità e risorse nel comparto ippico italiano. 

–      Riduce arbitrariamente le giornate di corsa in macroregioni ad alta valenza ippica ed allevatoriale come il nordovest (passato in 8 anni dal 2016 al 2024 da 170 a 103 giornate, cioè meno 40% con un taglio su Milano ancora più elevato passando da 80 a 32 giornate, cioè meno 60!!)), il nordest (nello stesso periodo da 112 a 76 giornate meno 32%!) e la Toscana (da 128 a 84 meno 35%!) mentre altre regioni come la Puglia mantengono le stesse giornate (da 98 a 97), così come la regione Emilia (da 129 a 128)  o subiscono riduzioni minori, ad esempio Lazio e Campania da 254 a 227 (meno 10%) o la Sicilia che passa da 76 a 64 giornate (meno 15%).

–       Anche solo confrontando la bozza con il peraltro già negativo calendario 2023:

o    il nordovest perde 19 giornate (meno 16%) tutte concentrate su Milano che, passerebbe da 49 a sole 32 giornate e con molti mesi di chiusura; trattandosi dell’unico ippodromo della Lombardia si trasforma di fatto la Lombardia da regione faro in Italia ad una realtà del tutto marginale, a scapito delle importanti scuderie che gravitano sul territorio;

o   il nordest analogamente scende da 86 a 76 giornate (-11%) con Padova e Trieste che, nonostante i cospicui investimenti del 2023, scendono per Padova da 32 a 24 giornate e per Trieste da 30 a 24, solo parzialmente recuperate da Treviso. 

o      Bologna perde 14 giornate a favore di Cesena (6), Modena (4) e Ferrara (8).

o    La Toscana, terra di allevamenti e scuderie tra le più importanti in Italia, passa da 101 a 84 giornate (meno 17%!) 
premiando stranamente Follonica  (peraltro a rischio revoca della concessione) e punendo Firenze (da 39 a 27 giornate cioè meno 30% nonostante gli investimenti sulla pista e sulle strutture dell’ultimo anno) e Montecatini (da 30 a 24 giornate, meno 20%);

o   Marche/Abruzzo vedono un incremento di Civitanova ed una riduzione di Montegiorgio ma non recuperano le giornate perse da Pescara

o  Nel centro sud, premiate Roma, Napoli Casarano e Pontecagnano con numerose giornate in più, punite Aversa, Taranto e Foggia e ridimensionati gli ippodromi siciliani. 

La domanda che nasce spontanea è “perché??” Quali sono i dati su cui si è lavorato? Quali le evidenze sulla base di questo intervento così violento? Vi sono incrementi di dotazione per giornata di corsa ed in caso positivo di quale entità? Quali gli accorpamenti tra giornate e quali i puri tagli? Perché a parità del capitolo di spesa relativo in finanziaria si tagliano ancora le giornate di corsa?

Purtroppo questa proposta di calendario: 

–  sposta le risorse tra le regioni ippiche italiane in modo del tutto scollegato dalla presenza di scuderie e di cavalli sul territorio punendo chi, avendo investito sull’acquisto di centri di allenamento e sui cavalli, non si trova nelle aree” favorite”  e sarà costretto a chiudere l’attività o a trasferire permanentemente in altre regioni (dal nord al sud Italia) i propri effettivi per aver la possibilità di iscrivere i propri cavalli alle corse rimanenti

–   impedirà al proprietario ed all’allenatore che non ha grandi numeri di cavalli di partecipare alle corse in quanto il meccanismo dei “numeri” penalizza i piccoli a favore dei grandi e quindi allontanerà altri proprietari e farà chiudere le piccole scuderie (che sono il fondamento di tutto il sistema)

–   sposta risorse tra ippodromi anche nella stessa regione privilegiando criteri astratti e svincolati dalla realtà delle scuderie, premia ippodromi parassitari che non investono nell’ippica e che non hanno strutture adeguate per l’attività ippica e penalizza ippodromi che investono nel settore e che si impegnano per migliorare i servizi agli operatori ed al pubblico.

Anche l’ipotizzata classificazione degli ippodromi – di cui stranamente non siamo chiamati a discutere pur essendone i naturali utilizzatori – sembra essere fatta senza alcuna conoscenza concreta della realtà che noi viviamo ogni giorno.

Questa bozza di calendario è purtroppo sbagliata e va esattamente in senso contrario alla richiesta da noi formulata al punto 1 della PEC firmata da tutte le associazioni rappresentative del 12 ottobre 2023; le ottimizzazioni di cui abbiamo bisogno vanno in una differente direzione, vale a dire

–      che il montepremi ordinario venga distribuito sulla base di parametri oggettivi in funzione del numero e della qualità dei cavalli sul territorio di riferimento e non su basi astratte

–   che vengano gestite le risorse disponibili evitando sprechi, ad esempio evitando che vi siano corse identiche in ippodromi vicini nella stessa giornata a scapito di altre categorie di cavalli,

–   che vengono disperse risorse in corse per i puledri in regioni dove non vi sono abbastanza soggetti qualificati a prendervi parte, 

–       che non vengano predisposte corse per favorire un solo partecipante,

–     che tutti i cavalli in attività (ed in particolare i cavalli buoni, non solo i campioni o i cavalli da corsa a reclamare) possano correre regolarmente nelle differenti macroaree ippiche,

–   che il montepremi dei Gran Premi (troppi Gran premi di nessun significato che disperdono solo risorse e Gran Premi con dotazioni inutilmente troppo elevate) venga finalmente ricondotto a quanto logica vorrebbe e le risorse complessive consentono,

–    che le corse ordinarie vengano formulate sulla base di un progetto complessivo a favore “dell’Incremento dell’ ippica” e non sulle necessità della singola società di corse – il montepremi è la fonte fondamentale di finanziamento delle scuderie, è su questa base che si sostiene l’allevamento nazionale e non deve essere uno strumento da utilizzare per altri scopi o per aumentare gli introiti degli ippodromi;  contemporaneamente bisogna rispettare le tradizioni regionali e locali nella vita degli ippodromi e dare continuità e regolarità all’attività onde consentire al pubblico di poter avere un calendario di riferimento noto a cui fare riferimento,

–       E’ necessario che vengano adeguati i montepremi delle corse per far fronte all’incrementato livelli dei costi di esercizio per le scuderie che portano i loro cavalli a correre negli ippodromi regionali che godono di fatto di una posizione di monopolio. Bisogna che vengano ridotti i costi parassitari per le scuderie come far pagare i box di transito ai cavalli che non sono stanziali sull’ippodromo (gli attori che si esibiscono nei teatri devono pagare il camerino???). 

Una vera, efficace riforma del calendario di corse deve essere realizzata attraverso la creazione di una commissione corse a valenza nazionale e per tutto il calendario sia delle corse ordinarie che dei Gran Premi,  la connessa circolare di programmazione ed i disciplinari dei GP, con la presenza fondamentale dei soggetti espressione delle associazioni riconosciute delle categorie previste dal regolamento corse al trotto (Allevatori, Proprietari, Allenatori/Guidatori, Gentleman) e con il compito specifico di armonizzare il calendario e la ripartizione delle risorse sottraendola all’improvvisazione ed alle forti influenze esterne originate anche da alcuni ippodromi, in troppe occasioni più interessati al proprio tornaconto nel breve – magari spostando giornate per favorire l’affitto degli spazi a concerti ed altre manifestazioni a scapito delle corse – che non al benessere complessivo del comparto ippico.

Signor Sottosegretario, signor Direttore Generale,

le nostre Associazioni parteciperanno alla riunione del giorno 11 dicembre 2023 con spirito costruttivo, per lavorare su una nuova bozza di calendario e superare questa che consideriamo profondamente sbagliata e lesiva dell’interesse del comparto e della sua stessa sopravvivenza.

Associazione Ippica Nuova – Giorgio Sandi

Federazione Italiana Proprietari Trotto – URTUMA – Massimo Pierini

Proprietari Trotto Lombardia – Luca Rocca