Trotto – Si è spento Giancarlo Baldi

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Un altro Grande, volutamente scritto con la “G” maiuscola, se n’è andato. Giancarlo Baldi, in arte “Tamberino”, soprannome legato ad un altro campione del passato, Egisto Tamberi, ha terminato la sua esperienza terrena, un “passaggio” nel quale lui ha lasciato il segno, eccome se lo ha lasciato: “Un grande padre, ma anche un amico e, soprattutto, un vero maestro” le parole pronunciate da Lorenzo Baldi quando, solo qualche giorno fa, consapevoli delle condizioni di Giancarlo, lo abbiamo chiamato per sapere come stesse il nostro Mito.

Giancarlo è stato un uomo che ha sempre avuto le idee chiare: i cavalli erano la sua vita. Sin da quando, da piccolo, si alzava alle 5.00 per andare con lo zio Omero, che lui ha sempre considerato come un secondo padre e che lo portava con sé in quello che per il piccolo nipote rappresentava il posto più bello del mondo. E in quel mondo, quello dell’ippica, Giancarlo è stato uno dei più grandi: innumerevoli i campioni da lui creati, vengono in mente tanti nomi, da Barbablu’ a Dosson, Dalia, Carosio, tutti della scuderia Gina Biasuzzi, una formazione, quella fra Giancarlo e la scuderia “rosso-verde”, che forse ha toccato il suo apice con l’importazione di Timothy T che, dato per finito oltre Oceano, nelle magiche mani di “Tamberino” seppe vincere tantissimo in Italia e all’estero, dove ha centrato due Elitlopp e un Prix de Paris. Con Timothy T, quindi, Svezia e Francia, ma Giancarlo ha vinto anche in Germania e, soprattutto, in America, con Dosson, nella Challenge Cup, che era la rivincita dell’International Trot. Ma come non ricordare il giorno del “clamoroso” record di Toujours in una prova d’apertura di un normale convegno milanese? E poi i tanti, altri grandi campioni come Hurst Hanover, americano protagonista dei grandi eventi dell’inizio degli anni Sessanta, per arrivare a Gator Bowl e poi ad Indro Park, che ha definitivamente lanciato il figlio Lorenzo.

Ma per raccontare di quest’uomo e delle sue memorabili imprese non bastano poche righe, perché veramente ci vorrebbe un libro intero. Di lui ci piace ricordare il fatto di essere sempre stato molto “avanti” rispetto agli altri (la Pradona è stato in assoluto uno dei primi centri di allenamento, per esempio), la grinta infinita, che poi trasmetteva in pista anche ai suoi allievi, e, soprattutto, il grande ottimismo, quello che lo portava sempre ad avere grande fiducia nel futuro, un atteggiamento positivo e sempre entusiasta verso la vita che poi sapeva contagiare anche chi gli stava intorno.

Vivaldo, Sergio, Nello, Walter, William, Edy, Vittorio, Giuseppe… e Giancarlo. Chissà cosa combineranno ora “di là”…

Inimitabile e indimenticabile… grazie Giancarlo!