Ippica: le parole di Remo Chiodi sul rapporto Ministero-Ippodromi

Remo Chiodi
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Ecco le parole del Direttore Generale della neo istituita Direzione per l’Ippica Remo Chiodi al nostro giornalista Luigi Migliaccio sulla tematica del rapporto tra Ministero e Ippodromi.

Passiamo al rapporto con le società di corse, gli ippodromi: si ha la sensazione che si sia usato il metodo del “bastone e della carota”. È così?

“Bisogna fare in modo che gli ippodromi rappresentino dei luoghi confortevoli e moderni, in grado di offrire servizi al passo con i tempi e in grado di attrare le nuove generazioni, sempre più lontane al mondo dell’ippica. Quello che è mancato in questi anni è stato un piano, un progetto, una strategia per il futuro. È necessario aprirsi in maniera più credibile ai mercati internazionali nonché sviluppare negli operatori di settore un modus operandi più imprenditoriale, con l’apporto di competenze e risorse private, anche attraverso idonee forme di partenariato pubblico-privato, modello di collaborazione tecnica e finanziaria – molto incentivato dal nuovo Codice degli appalti – che favorisce investimenti privati e apporto di competenze specifiche in un’ottica di medio-lungo periodo e di convergenza tra interessi pubblici e privati.

Tra i progetti in cantiere c’è quello di rivedere il sistema delle sovvenzioni affinché tengano conto, in maniera più oggettiva, ad esempio, delle caratteristiche tecniche degli ippodromi, della loro capacità di organizzazione, della loro attrattività, senza dimenticare il ruolo strategico che alcuni di essi rivestono anche sul piano delle corse internazionali. Il tutto per creare una classificazione dinamica e meritocratica che permetta di premiare gli ippodromi più virtuosi con una sovvenzione più alta, con un maggiore numero di corse e con una dotazione di premi più consistente e omogenea, a parità di fasce. Il nuovo metodo di classificazione comporta dunque la necessità di un “aggiornamento continuo” dell’offerta proprio in ragione della dinamicità del modello, che può permettere di anno in anno un passaggio da una fascia all’altra in funzione degli investimenti fatti e dei risultati raggiunti.

In tema di ammodernamento degli ippodromi, alla fine del 2023, il ministero dell’Economia e delle Finanze, su richiesta della direzione generale per l’ippica, ha accordato, eccezionalmente, uno stanziamento aggiuntivo di fondi di investimento per circa 2,2 M€ circa per l’ammodernamento tecnologico degli ippodromi, cui si sono aggiunte ulteriori risorse per complessivi 2,6 M€ circa. Tale stanziamento sarà soggetto a obbligo di rendicontazione e non deve quindi intendersi come “contributo a fondo perduto” per la copertura dei costi di gestione delle società di corse ma, piuttosto, come contributo in conto capitale finalizzato alla realizzazione di uno specifico investimento. Peraltro, stiamo ragionando su una ipotesi di compartecipazione all’investimento da parte delle società di corse: in pratica, per l’accesso ai fondi, il Ministero è disponibile a contribuire al massimo per il 50% e potrebbe essere richiesto alle società di corse di contribuire per la parte restante del totale dell’investimento.

In un discorso avveniristico penso che sarebbe opportuno concentrare l’ippica negli ippodromi con maggiori bacini di utenza, operando un “dimagrimento” dei rami periferici e riconducendo i piccoli ippodromi ad un ruolo promozionale e/o stagionale. In Francia, tanto per richiamare qualche esempio, ci sono ippodromi che hanno dei meeting brevissimi, di una settimana all’anno. Un numero minore di ippodromi consentirebbe di coprire il fabbisogno nazionale concentrando il montepremi e riducendo i costi per l’Amministrazione; è chiaro che bisognerebbe programmare la riconversione dei campi esclusi dal calendario nazionale in centri di allenamento, di formazione professionale, di recupero e ricollocamento dei cavalli a fine carriera che potrebbero ospitare week end ippici promozionali in occasione di ricorrenze popolari locali. Sono alcuni dei tanti temi su cui lavorare, tenendo conto delle risorse a disposizione.”