Anact: Roberto Toniatti deciso

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Cari allevatori, l’estate per quasi tutti è il momento di tirare un po’ il fiato, la stagione delle ferie. Purtroppo noi ippici, e in particolare noi allevatori invece non abbiamo neppure in agosto la possibilità di godere di una meritata pausa. E’ un mestiere molto serrato il nostro, si inizia l’anno con i parti, si prosegue fino a tutto luglio con le inseminazioni, e poi ecco le vendite che occupano il tempo da agosto in poi, nel mentre il lavoro di manutenzione dei terreni e delle strutture, l’amministrazione ed i viaggi non smettono mai di impegnarci. Un lavoro senza soluzione di continuità quella dell’allevatore, sempre a testa bassa che ci si dimentica anche di fare i bilanci. Come Presidente dell’Anact, sento il dovere di informarvi sulla stato dell’arte delle attività della più antica e prestigiosa associazione di categoria italiana, che ho l’onore di guidare, e sul momento dell’ippica in Italia.

Sono costretto, e non avrei voluto mai farlo, a partire dall’attualità, dal gigantesco problema legato al Derby del Trotto di Roma e di conseguenza alle nostre aste Anact. Pochi giorni fa per una questione di permessi tra Hippogroup e il Comune di Roma, siamo venuti a scoprire che la corsa più importante dell’anno dovrebbe ad oggi disputarsi senza nessun punto di ristoro e somministrazione bevande. Lasciatemi dire con amarezza che in questo grido di allarme l’Anact è ancor oggi sola. Le altre categorie, il mondo chiassoso dei social sempre attente e pronte a fare rumore su ogni questione, sul Derby del Trotto, che ripeto è la più ricca e fondamentale corsa italiana di selezione, non si sono fatti sentire, come se fosse una cosa da poco.

Eppure se non fosse tragica la situazione sarebbe pressoché comica, di non sapere ad un mese dalle batterie dove si disputerà il Nastro Azzurro, e rischiare di assistere ad un Derby dovendosi portare la borraccia da casa. Qui l’amarezza e l’indignazione è massima, Anact si è mossa direttamente nelle sedi opportune, e a mezzo stampa per invocare chiarezza, una soluzione qualunque essa sia e soprattutto nel più breve tempo possibile. E’ obbligatorio sapere presto, per difendere e tutelare gli allevatori che hanno i cavalli iscritti all’Asta, per cui l’Associazione ha lavorato già all’organizzazione, impegnando grosse risorse economiche.

Si sta valutando anche la fattibilità di un eventuale piano B, di un’altra sede nel caso il Derby venisse programmato altrove con tutte le difficoltà del caso dati i tempi ravvicinati. E pensare che proprio le Aste 2023, riportate in attività con un format speciale la sera prima del Derby a Capannelle furono un vero e proprio successo di pubblico ed hanno avuto buoni numeri e mercato, una delle migliori esperienze di questo direttivo. Sono tempi difficili, non ce lo siamo mai nascosti, il trotto pressoché in tutto il mondo è in contrazione, tanto che definiamo ormai isole felici quei Paesi che riescono a mantenere la passione e i numeri.

Anche in Italia siamo riusciti a mantenere alcuni numeri , in particolare le provvidenze, e anche del premio estero che è anche aumentato, ma ciò purtroppo non può esser salutato con rilassatezza, perché le risorse destinate all’ippica restano poche ed erogate in ritardo, ma in particolare non possiamo dirci affatto soddisfatti poiché negli anni l’inflazione ha alzato i costi di gestione e del lavoro, e il mercato dei proprietari è andato riducendosi, fino a scomparire, per varie ragioni, una su tutte la confusione dei ruoli . Vogliamo e vorremo sempre corse più qualitative, ippodromi più accoglienti e al servizio del cavallo e del pubblico, regole più chiare e idee nuove, e anche qui spiace che nelle battaglie per la qualità siamo in genere in pochi a tenere il punto, mentre altri si fanno attrarre dall’illusione di un premio della routine, e ad un livellamento verso il basso che può solo affossare tutti.

Questo Consiglio Direttivo, in maniera unitaria vuole invitare la politica ad agire non solo in difesa dell’allevatore agricolo come soggetto base della filiera, e per farlo sta seriamente affrontando il nodo delle regole, sia interne mettendo mano al nostro statuto, che esterno cercando di fare pressione affinché lo Stato ci inquadri come agricoltori, dove naturalmente dovremmo già essere. Le nostre battaglie non sono semplici, come quella dell’iva, promessa e data sempre per imminente ma rimandata invece dal Parlamento, e come quella di poter accedere a finanziamenti che a pieno titolo ci spetterebbero come difensori del territorio e dell’ecosistema. Non è solo una lotta di parte, ma un lavoro ambizioso per elevare tutto il settore, e anche per dare soddisfazione ai proprietari nel loro status classico. I proprietari che sono i nostri clienti, i nostri amici che questa Anact difende.

Qui lasciatemi dire si può passare anche alle buone notizie, come l’Anact Stakes Plus+ il programma che ha rinnovato il Gran Premio Anact, e che ha avuto un riscontro eccezionale in termini di cavalli iscritti, in crescita sia nella prima che nella seconda edizione, segno che la passione e il sogno per il puledro ancora non è spenta, anzi ciò dimostra che se trattato con intelligenza e gratificazione il proprietario ha ancora voglia di trotto. L’abbiamo modificato, premiando i cavalli da due a quattro anni, pensando anche a premiare più partecipanti.

La finale di Torino pure quest’anno sarà sede della Festa dell’Allevatore, che tornerà ad essere un appuntamento di gala, isolato dal convegno che vogliamo diventi il giorno dell’Anact Stakes Plus+ . L’intenzione è quello di fare le cose per bene, con la qualità come stella polare per questo abbiamo alzato la qualità del “Trottatore” la nostra rivista che nell’uscita di primavera con il libro stalloni ha rappresentato un vero cambio di passo nel sempre più impoverito panorama dell’editoria e del giornalismo ippico. In ultimo vorrei ringraziarvi e fare un applauso a tutti voi, che continuate a far nascere i campioni, nonostante tutti i problemi e il declino non imputabile di certo alla nostra categoria, che è una vera eccellenza a livello mondiale. Noi facciamo e faremo sempre il possibile per assistere e creare le condizioni affinché gli allevatori possano continuare a lavorare e mettere questa qualità a disposizione del resto del mondo ippico.

Ma non possiamo fare tutto da soli, e soprattutto non siamo noi a decidere il nostro destino. E dall’altra parte la politica, e l’amministrazione che hanno il timone e possono intervenire. Ringraziandovi vi auguro buone vacanze se avrete la possibilità di farle, e buon lavoro a tutti.

Il Presidente Anact

Roberto Toniatti Giacometti