I campioni vanno sempre celebrati

Binocolo puntato
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Face Time Bourbon, ancora lui… Già, perché i campioni vanno adeguatamente celebrati insieme alle loro imprese. Perché la routine, le corse di tutti i giorni, non devono mai farci dimenticare che l’ippica, come qualsiasi altro sport, trae linfa dalle gesta dei suoi protagonisti di punta. Face Time, italiano di proprietà, ha vinto il Grand Prix d’Amérique due volte a seguire. Non è ancora vicino a sua maestà Ourasi, ma la strada è tracciata e Sébastien Guarato sta pensando concretamente alla conquista della Triple Couronne (Amérique, France e Paris) con il portacolori della Bivans.

Un’impresa magari fuori moda, ma certamente da sottolineare e da seguire con grande attenzione. Proprio perché è da queste sfide che nascono i miti di qualsiasi settore. E l’ippica non è differente dagli altri. Celebrazione dei campioni. Uomini e cavalli da analizzare e raccontare in tutti i possibili dettagli. Per cercare anche di capire come si arriva a costruire un Face Time Bourbon, prima in allevamento, poi in allenamento, infine in corsa. Ma se il focus deve essere dedicato alle superstar, ciò non significa perpetuare l’errore, spesso commesso in Italia, di considerare il campione come unico esponente di un intero comparto. È successo nello sci con Alberto Tomba, in altri sport con altri campioni e nell’ippica è successo per esempio con Varenne, il cavallo più amato e seguito, che però a un certo punto è diventato più grande del suo stesso settore, tanto da arrivare alla celebre frase di un telecronista, che in un arrivo disse Di Varenne ce n’è uno, tutti gli altri.

Crediamo fermamente in questo principio. Perché Varenne, o Face Time, o Ourasi sono i portabandiera, i testimonial di tutto il trotto mondiale. E il loro compito principale è quello, con le imprese ai confini della realtà che ci regalano, di avvicinare la gente comune, di gridare a tutti che l’ippica, il trotto, è uno spettacolo fantastico che vale la pena di essere seguito. Solo così si può costruire davvero una platea di persone che seguano le corse, solo così si può pensare di trasmettere ad altri la nostra passione e il nostro entusiasmo.