Rappresentatività

Binocolo puntato
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In questi primi mesi del 2021 sulle piste italiane nelle corse riservate ai professionisti sono stati impegnati poco più di 600 fra guidatori e allenatori, che rappresentano a grandi linee la consistenza numerica del parco professionisti in attività in questa stagione. Fra di essi vi sono allenatori e catch driver “puri”, ma anche uomini che rivestono il doppio ruolo. Quelli che hanno figurato (come driver o allenatore) in pista almeno 10 volte sono stati 385, mentre quelli che hanno vinto almeno una corsa sono stati 364. Andando ad analizzare le somme vinte dei cavalli dei singoli driver/trainer, scopriamo che gli allievi di 283 hanno vinto almeno 10mila euro e che il numero 100 di questa classifica “mista” ha portato in pista soggetti che hanno conquistato circa 32mila euro di premi dall’inizio dell’anno. Perché questa premessa statistica? Il motivo è rappresentato dalle elezioni svoltesi nei giorni scorsi che hanno portato alla nomina di Presidente e Vice-presidenti e dei Consiglieri di Ciga, l’associazione che, dopo aver mosso i primi passi a Napoli e dintorni, si è espansa sul territorio nazionale sino ad arrivare mercoledì a darsi una struttura direttiva scaturita da una votazione fra i soci, regolarmente iscritti con il versamento di una quota di iscrizione.

Per chi guardasse la vicenda da un punto di vista esterno all’ippica potrebbe trattarsi di un fatto normale, ma per il nostro settore, e in particolar modo per il trotto, l’universo associativo è talmente frastagliato e disperso fra sigle e siglette che, come ha evidenziato anche l’inchiesta effettuata qualche settimana fa su Equos, diventa difficile orientarsi. Così come diventa difficile per il Ministero avere interlocutori istituzionali, visto che in pratica alle riunioni o nei momenti decisionali i cosiddetti “portatori di interesse” si moltiplicano, con il risultato di fornire un quadro confuso e conflittuale.

Ebbene l’iniziativa del Ciga, che ha raccolto le 100 adesioni, ha già altri driver in fase di iscrizione e che di conseguenza rappresenta circa un sesto del totale dei guidatori e allenatori impegnati e, considerando anche il numero delle corse disputate, circa un quarto di quelli che sono scesi in pista più di due volte al mese, è indubbiamente importante e un passo per cominciare a razionalizzare la rappresentatività delle varie categorie che può essere “testata” solo attraverso elezioni alle quali partecipi un numero significativo di aventi diritto in quanto soci certificati di una o dell’altra sigla.