Lettere al Direttore: Cinque gentlemen appiedati nella domenica di Pisa. Riflessioni e video..

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Qualche giorno fa a San Rossore un episodio che ha scatenato molte polemiche. In una corsa della specialità non professionisti, cinque gentlemen sono stati appiedati perchè rei di essersi disinteressati dell’andatura di Sonniende, lasciato fuggire via con troppa facilità. Evidentemente la considerazione era quella di una corsa…regalata. Da qui la reazione dei GR coinvolti che hanno voluto far sentire la loro voce in merito.

Caro Direttore,
Il giorno 29.11.2020, presso l’Ippodromo di San Rossore, cinque gentlemen-riders sono stati appiedati con la motivazione di non aver montato con sufficiente impegno ed avere quindi adottato una condotta di gara poco “chiara”.
In realtà, seguendo forse troppo alla lettera gli ordini dei rispettivi allenatori, nessuno degli appiedati si è incaricato di colmare il gap con i due cavalli fuggitivi nonostante l’andatura fosse abbastanza ridotta. Come spesso accade in queste circostanze, la volata finale non ha premiato gli inseguitori, lasciando invariate le posizioni iniziali. Sicuramente si è trattato di un’interpretazione della corsa troppo accademica e che è risultata poi poco felice: ciononostante, gli allenatori, ben consci delle attitudini dei propri cavalli, non sono apparsi troppo turbati e, di certo, non hanno manifestato alcun reclamo rispetto alla condotta dei cavalieri. Alla luce di tutto ciò, riesce davvero difficile credere che i Commissari, senza aver voluto ascoltare, prima, le spiegazioni dei cavalieri, né tantomeno dopo, quelle degli allenatori (peraltro neanche interpellati), abbiano trovato gli elementi per evidenziare una condotta poco chiara, alludendo giocoforza a qualcosa di sospetto, compiuto in malafede.

A questo punto, ringraziando fin da ora, chiediamo spazio per spiegarci. Noi siamo amatori, quindi, quasi per definizione, non propriamente “assi” nel montare a cavallo; e allora ben vengano critiche, osservazioni e, qualora si ritenga opportuno, anche richiami ufficiali da parte della terna dei Giudici per aiutarci a migliorare noi stessi e lo svolgimento delle corse. Ciò che tuttavia non possiamo accettare è che noi gentlemen-riders che, ricordiamo, secondo le nostre possibilità acquistiamo cavalli, affrontiamo trasferte in giro per l’Italia non senza sacrifici e che quindi sostanzialmente cerchiamo di tenere viva questa nostra irriducibile passione, contribuendo di fatto alla promozione di questo fantastico sport quale è l’ippica, veniamo considerati forse con troppa superficialità “poco chiari”. Pertanto, preme ripetere: poco capaci semmai sì, ma poco chiari assolutamente no.

RICCARDO BELLUCO, ALBERTO CARRASSI DEL VILLAR, ANTONIO FERRAMOSCA CARLO SANNA, EMANUELE ANTINORI

Il filmato della corsa, rivisto, giustifica l’ammissione dei cinque scriventi “si è trattato di un’interpretazione della corsa troppo accademica e che è risultata poi poco felice”. La retta d’arrivo dà l’idea dell’errore, cioè che gli inseguitori di Sonniende si siano accorti tardi di quanto stava accadendo (fra l’altro, la vivida telecronaca di Sandro Marranini evidenzia bene, fin dall’inizio, gli eventi): in retta i cavalli dei cinque cavalieri puniti vengono sicuramente chiamati allo sforzo ma… troppo tardi, a frittata già bell’ e cotta. In ogni caso: se davvero, a fronte di una corsa come questa, i giudici non hanno ritenuto di interpellare i cavalieri e i trainer, stilando il proprio provvedimento senza ascoltare tutti gli attori, è stata lacuna da parte loro, perché, qui, interrogare era il minimo necessario. Al momento abbiamo il solo dato della lettera dei cinque, che in se stessa è legittima: il “poco chiaro”, messo lì così, resta al livello di fantascienza e crea logico risentimento nei puniti. Vorremmo invece sentire la voce di almeno uno della terna, nonché degli allenatori: quali erano gli ordini? Senza tutto questo, il quadro resta incompiuto.