Apertura sale scommesse, si teme terza ondata. Deadline del 5 Marzo, forse si proroga lo stop. Per Sallusti si deve pensare ai lavoratori

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Quando si potrà tornare a scommettere nelle agenzie e quindi, di conseguenza, si potrà tornare a frequentare gli ippodromi italiani? Le due questioni sono sovrapponibili. Come riferisce il sito Agimeg apprendendo da fonti istituzionali, c’è apprensione negli ambienti politici per la possibile terza ondata di Covid-19 e dunque diversi segnali sono arrivati in tal senso e la proroga, fino al prossimo 27 marzo, del divieto di spostamento tra le regioni lo dimostra. 

Il timore di una terza ondata porterebbe, sempre secondo fonti istituzionali, ad un ulteriore allungamento dei tempi di chiusura delle attività già chiuse tra le quali sale giochi, sale scommesse e sale bingo. L’ipotesi che circola è quella di una chiusura prolungata almeno fino al 27 marzo, in maniera tale da allineare le scadenze. Ma c’è addirittura l’ipotesi che sposta la riapertura dopo Pasqua. L’attenzione di una parte politica si sarebbe quindi spostata, sempre secondo quanto appreso da Agimeg, non su una riapertura a breve ma su ristori più veloci e consistenti. E’ bene precisare che si tratta di rumors e quindi di possibilità che dovranno però essere confermate nei prossimi giorni. Nuovi aggiornamenti sono comunque previsti a breve anche se il Comitato Tecnico Scientifico suggerirà al premier di confermare l’impianto del DPCM in scadenza il 5 marzo. Prematuro, secondo i tecnici del CTS, parlare in questa fase delle riaperture di palestre e piscine, sale giochi, e altre attività giudicate ancora a rischio. Diversi esercenti sperano comunque ancora di poter riaprire, almeno in zona gialla e con limitazioni, già alla scadenza dell’attuale DPCM prevista per il 5 marzo.

A tal proposito ne ha parlato anche il direttore responsabile de Il Giornale Alessandro Sallusti che, ospite nella trasmissione di Antenna Sud, una delle più importanti emittenti televisive del meridione, è tornata ad occuparsi del settore del gioco pubblico nel programma “Il Punto” alla domanda della conduttrice sul perché non si possono riaprire sale giochi, sale scommesse e sale bingo, ha risposto: “il gioco, come tutti i comparti dei servizi, che sia la ristorazione, l’accoglienza o il turismo, sono tra i più penalizzati. Pensiamo a loro come attività superflue e, in effetti, ognuno di noi può vivere senza andare in una sala bingo, andare a sciare o mangiare al ristorante. Quello che sfugge però è che dietro a una sala bingo, a un albergo a un impianto di sci c’è vita. Ci sono persone che fanno quello come lavoro e se noi non andiamo in questi posti queste persone non mangiano. Il problema non è quello di non andare al bingo o a sciare, ma bisogna ribaltare la logica: non pensare all’utilità del servizio ma ai lavoratori che ci sono dietro”. Seguiranno aggiornamenti.