Due minuti e venti…

Binocolo puntato
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Alle 17.35 di domani si apriranno le gabbie e i cavalli cominceranno a galoppare verso il traguardo del Derby. In poco più di due minuti, come ogni anno, arriverà il verdetto che verrà stabilito secondo la “legge del palo”, quella che Federico Tesio amava citare come riferimento assoluto per stabilire chi è il migliore. Quella che, tralasciando polemiche e problemi, quasi sempre stabilisce il nome del vincitore. Due minuti e venti secondi circa di passione, di tensione, che si concludono per qualcuno con un’esplosione di gioia, per gli altri con l’amarezza della sconfitta. Sentimenti che non sono ovviamente uguali per tutti, perché vincere o perdere con un favorito o con un outsider non è certo la stessa cosa. E anche un piazzamento per chi affronta la corsa con poche speranze “alla carta” può rappresentare un momento
speciale. Due minuti e venti secondi da vivere intensamente.

Con il binocolo puntato all’ingresso della dirittura, quando si comincia a capire cosa potrà accadere. E poi ancora metro dopo metro, con il palo d’arrivo che si avvicina e la realtà, il verdetto, che piano piano si materializza. Succede così per ogni corsa. E ogni giorno proprietari, allenatori e allevatori la vivono quasi come fosse una routine, anche se sempre con passione e sentimento. Ma il giorno del Derby è tutto diverso, perché chiunque ha provato ad avere un partente nel Nastro Azzurro sa benissimo quale incredibile coinvolgimento di emozioni possa provocare. Sa benissimo che dietro quello che accade in pista c’è stato un lungon viaggio nel quale ci sono stati probabilmente tanti ostacoli per arrivare a questo traguardo. Sì, traguardo, perché anche solo essere in pista nel Derby è già un punto d’onore, un obiettivo raggiunto.

Da lunedì, poi, si azzera tutto. Vincitori e vinti usciranno domenica dalla pista delle Capannelle e dovranno guardare al futuro, perché il Derby non è solo un punto d’arrivo, ma anche e soprattutto un punto di partenza per la carriera di un cavallo. Finiscono in pratica qui gli scontri fra 3 anni e c’è da scalare quella montagna spesso durissima rappresentata dai confronti con gli anziani, quelli che serviranno per definire il valore dei cavalli reduci dal Derby e con essi anche quelli di tutta la generazione.

Il Derby day in pista non è solo il Nastro Azzurro, perché il fascino della corsa clou porta un sapore decisamente diverso a tutte le altre sfide della giornata, grandi o piccole che siano. Fra quelle top c’è indubbiamente il Presidente della Repubblica, la sfida per gli anziani intermediate, decaduta anch’essa nello status, ma che rappresenta sempre una delle tappe fondamentali del programma italiano. E poi il Carlo D’Alessio, pattern sui 2400 metri che vive di luce propria ma è sempre stata anche una preparazione per il Gran Premio di Milano, almeno fino a quando la prova clou dell’estate di San Siro è rimasta a 2400 metri…

C’è poi il Tudini, il confronto fra gli sprinter di vertice, l’altra pattern del pomeriggio. E infine le due listed, il Perrone che rappresenta il primo confronto in neretto per i 2 anni, e lo Sbarigia, una sorta di rivincita del Parioli. Ci sono poi le altre corse, prima fra tutte l’Arnaldi, la prova per i gentlemen che quest’anno è sponsorizzata da Equos Racing Team. E che forse, fra le corse normali del pomeriggio delle Capannelle, è quella che più trae prestigio dalla collocazione. Perché per un gentleman, o un’amazzone, vincere una corsa il giorno del Derby è indubbiamente un successo da ricordare e raccontare.