Quando gli italiani…

Binocolo puntato
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Nell’Amarcord che sarà pubblicato nel numero di sabato di Equos troverete una frase di Giancarlo Baldi, relativa alla sfida nel Città di Montecatini 1971 dell’indigeno Barbablù agli importati. Tamberino nel dopocorsa affermò che. «Quando gli americani fanno… gli americani sul serio, c’è poco da fare… Avrei potuto chiedere qualcosa di più a Barbablù. E lui me l’avrebbe data. Ma ho preferito risparmiarlo per le prossime corse più abbordabili». Allora era così, c’erano i missili importati dall’America, c’erano i campioni francesi come Une de Mai o Vanina B e poi c’erano gli italiani, che si confrontavano fra loro nel circuito riservato agli indigeni e che provavano qualche volta a sfidare i quasi inarrivabili esteri che imperversavano nelle corse top. Un ruolo di secondo piano, supportato da qualche vantaggio con i numeri e in qualche caso con un nastro di vantaggio.

L’evoluzione del trotto ha cambiato radicalmente il quadro. Prima sono arrivati i missili del Nord Europa, quelli che hanno iniziato a imperversare anche sulle nostre piste, dove venivano a raccogliere gloria e denaro. Infine è arrivata l’Italia, con la crescita esponenziale del nostro allevamento che anno dopo anno ha portato i nostri a essere competitivi al massimo livello. Negli Anni 90 il confronto è diventato equilibrato, poi c’è stato il punto di svolta all’inizio del nuovo secolo, quando le imprese di Varenne hanno in qualche modo stimolato anche il coraggio di provarci da parte dei nostri uomini. Hanno cominciato ad arrivare i successi anche fuori dalle mura amiche e nelle grandi corse. Ancora una volta siamo qui ad applaudire i nostri che hanno raccolto vittorie nel corso della grande serata di martedì a Jägersrö. Primi fra tutti i due Jet che hanno conquistato il successo fra i 3 e i 4 anni. E con una standing ovation per Bengurion Jet, che non solo ha disperso gli avversari, ma che con un ragguaglio di 1.08.8 ha stabilito il nuovo primato delle piste europee per un 4 anni, arrivando vicino al mondiale assoluto. Una prestazione incredibile, semplicemente da brividi, che trascina in alto, anzi in altissimo, tutta la generazione dei 4 anni italiani, della quale Bengurion Jet è il leader, ma che propone anche un bel gruppo di altri primaserie. Bella, bellissima, anche la vittoria di Colibrì Jet, altro prodotto made in Toniatti, che ha dominato i 3 anni svedesi e che entra prepotentemente nel gruppo dei pretendenti al Derby. E qui vogliamo spendere due parole proprio per Roberto Toniatti, uno fra quelli che nel momento più difficile dell’ippica italiana ha deciso di investire, rilanciando anziché ridurre. Lo ha fatto per passione, ma anche con l’occhio al business e con questo ha conquistato la leadership assoluta fra gli allevatori italiani nei numeri e ora con punte qualitative eccezionali e una produzione di alto livello e con una forte caratterizzazione europea. Bravo, bravissimo. Non siamo amanti della retorica o dei nazionalismi che purtroppo imperversano nel mondo. Ma siamo assolutamente fieri dei successi italiani nel mondo. Quelli che testimoniano ogni giorno le grandi capacità dei nostri uomini, che nonostante un sistema che non funziona a livello organizzativo, riescono a creare campioni e a vincere in tutta Europa